Lo scorso 24 febbraio presso la Galleria D’Arte Comunale “Leonardo Da Vinci”, la fotografa Marina Carlini ha presentato il suo prim libro fotografico dal titolo: “La Tratta, antico mestiere del mare” edito da Digibook. Prima tappa di un tour itinerante, realizzato in collaborazione con un noto Press Reporter italiano. Artista milanese che da anni vive e lavora a Cesenatico, nella sua opera raccoglie le immagini di una mostra già allestita nell’aprile 2017, presso il Museo della Marineria. Un reportage “sull’acqua” che racconta la vita di un “mestiere”, quello della pesca alla Tratta o Sciabica, molto diffusa all’ inizio del ‘900.
"Era l'estate 2015, avevo la varicella - racconta Marina - e potevo uscire solo in alcune ore del giorno tra cui l'alba. Così ho conosciuto gli anziani pescatori che ancora tengono viva questa tradizione e ho iniziato a fotografarli. Durante le numerose uscite ho compreso e raccontato la gioia della pesca. Successivamente ho iniziato a catturare i tasselli mancanti della storia fino a completare un puzzle che ha preso forma in quest’opera. E’ a Italo Bartolini che dedico questo libro, perché è stato il nonno che non ho mai conosciuto".
Una tecnica conosciuta appunto fin dai tempi antichi, che prevedeva l'uso di reti calate lontano dalla riva, recuperate poi, tirandole con forza, dai marinai posizionati a terra. Considerata un tipo di pesca costiera povera poteva essere praticata da tutti, e non solo da pescatori professionisti. Tecnica ideale su fondali bassi e sabbiosi, nella pesca alla Tratta veniva utilizzata una rete da circuizione, sulla cui base a contatto con il fondale, erano applicati dei piombi. Sul lato opposto, teso sulla superficie dell’acqua, comparivano dei galleggianti di sughero. La rete terminava ai capi con due cime, indispensabili per tirarla. Un capo restava fissato sulla battigia mentre l'altro, con l'ausilio di una piccola imbarcazione, era portato in mare descrivendo un ampio semicerchio, sino a tornare a terra. Successivamente, due squadre di uomini, iniziavano a recuperare le due cime, tirando a terra la rete che, accarezzando il fondale marino, intrappolava il prezioso pescato. La pesca alla tratta è stata molto utilizzata nell'immediato secondo dopoguerra, quando, i pescherecci ancora distrutti, e il pericolo per la presenza di mine, rallentarono la ripresa della pesca d'altura. La tratta fu praticata, in forma organizzata, da alcune famiglie, ed infine come pesca da diporto, fino a quando non fu vietata all'inizio degli anni Settanta. Ad oggi questo tipo di pesca non è più in uso. Ma viene rievocata ogni anno in estate, sulla spiaggia di Cesenatico, dove turisti incuriositi fondono i propri sguardi tra le urla e gli sforzi dei pescatori del luogo.
“Nell’estate del 2015 ho partecipato per la prima volta alla rievocazione della pesca alla tratta a Cesenatico in compagnia degli ‘Amici delle vele al terzo’ di Ponente” e con queste persone meravigliose si è creato un legame indissolubile, sono così diventata la loro mascotte e per me è un grande onore far parte del loro gruppo”. Raccontare la Tratta coi miei occhi è stata una bellissima sfida – continua l’autrice – Alzarsi all’alba, partire in barca insieme a loro, vivere i colori, le luci, l’atmosfera che si respira, documentare un pezzo di storia della vita del mare, del nostro mare, raccontarla a chi non la conosce, mi ha aperto il cuore, e ogni volta che la spiego attraverso queste immagini rivivo quei momenti magici, pieni di bellezza, di amicizia e di storia”.
Dopo Cesenatico il libro sarà presentato in Italia e in Europa. Praga, sarà il punto di partenza del progetto europeo, che verrà poi esteso in tutte le capitali dei Paesi che fanno parte del Patto di Vysehrad.
Simone De Pietri
Cronaca
15:26 | 23/01/2018 - Rimini