Anche Gianni Nisticò ci ha lasciato. Ha combattuto per anni contro il male. Un lungo calvario. Uno come lui abituato a vincere, si è dovuto arrendere. Aveva 71 anni, era nato in Calabria. Gianni è stata una delle icone del divertimento in RIviera. Sua, di "Mamo" Aureli e Paolo Signorini, l'idea di trasformare il Villa Alta nel 1982, grazie anche alle idee architettoniche futuristiche di Luca Tausani, in una delle discoteche diventate più "in" e famose. Venne chiamato: Peter Pan. Quello era un periodo magico che Nisticò stava attraversando trasformando i mattoni del Peter in oro. Tutti ricordano i dopo serata di Vasco Rossi, di tanti altri artisti presenti nel club che confinava quasi con il "Casale" di Bango, dove qualche ora prima si andava a mangiare da Maurizio e dalla Mariella. Trascorso quel periodo brillante e ricco, iniziò la crisi del comparto "divertimentificio". Siamo agli anni 2000. Da qui il trasferimento a Bologna. Nel 2009 Nisticò si beccò una condanna per bancarotta fraudolenta, proprio per il crac Peter Pan. Nel capoluogo emiliano, Gianni aveva gestito l’Hobby One assieme al fratello. Fino al 2007 erano stati gli amministratori della Annix srl, la società che gestiva l’Hobby One. Attualmente il Peter Pan di Riccione, con nuovi proprietari, è ancora una delle discoteche più importanti e attive del panorama rivierasco e italiano. Ma Gianni Nisticò da ieri non c'è più. Lui è volato in cielo.
Elp