“A seguito delle continue e sempre più frequenti segnalazioni da parte di molti cittadini, sia via social che personalmente e riguardanti la già nota vicenda riguardante la “discarica Tetrapak del Marecchia” mi sono recato personalmente insieme ad alcuni militanti e residenti per prendere conoscenza della reale situazione. Una montagna enorme di rifiuti, non solo Tetrapak ma anche eternit e resti di vecchi frigoriferi, oltre 1500 metri quadrati per spessori che arrivano fino a 3 metri, ben oltre le 30mila tonnellate dichiarate dalla giunta comunale.I segni sono evidenti ad occhio nudo, tutte le parti plastiche che compongono il tetrapak hanno contaminato e bruciato la flora selvatica della zona e sicuramente hanno anche altri effetti negativi per il sottosuolo. La discarica, presumibilmente riconducibile sia alla vecchia attività della ex cartiera e probabilmente ad altri scarichi illeciti. La situazione è di pubblico dominio da molti anni e ben nota alle amministrazioni comunali santarcangiolesi che poco o nulla hanno fatto in merito sebbene la questione sia stata portata anche all’ attenzione del consiglio regionale. Nel 2015 la giunta comunale finanziò un prelievo di campioni degli inerti per analisi atte a stabilire se il materiale fosse ancora riciclabile, questa analisi ad oggi non hanno prodotto alcun esito e da allora più niente si è fatto. Unica soluzione al problema sarebbe una totale rimozione e lo smaltimento di questi rifiuti con una conseguente bonifica totale dell’area, opera che avendo un costo molto alto, l’amministrazione parla di alcuni milioni di euro, non risulta fattibile. Pertanto la domanda che sorge spontanea è la seguente: essendo la bonifica troppo costosa, verrà lasciato tutto come si trova ora in totale disprezzo di tutte quelle normative ambientali imposte sia a livello nazione che europeo per la tutela dell’ambiente? Tutto ciò risulta in palese conflitto con la politica green che l’amministrazione PD sta portando avanti da anni con le innumerevoli opere e disposizioni per favorire la sostenibilità e l’ambiente. Ultimamente l’assessore Sacchetti si è pregiato del fatto che “l’aver impedito la discarica Globo di Ciola Corniale fu fatto per il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini”, impedimento che peserà nelle tasche dei contribuenti per oltre 100 mila euro, come deciso dal TAR regionale. Tengo a precisare che l’opera della ditta Globo sarebbe stata un sito di lavorazione degli inerti e non una discarica a cielo aperto come invece risulta essere il lungofiume Marecchia. Non è ammissibile che in quasi 40 anni i diversi Sindaci Santarcangiolesi ed i vari Presidenti di Provincia che si sono alternati negli anni abbiano potuto permettere questo scempio e la totale noncuranza verso i cittadini e le future generazioni. E’ quindi mia intenzione interpellare Arpae per avere un riscontro oggettivo e nell’immediato portare nuovamente la questione all’attenzione del consiglio comunale per impegnare l’amministrazione, la provincia e ovviamente la regione affinché si giunga ad una soluzione definitiva del problema”.
Così in una nota il consigliere comunale della Lega, Marco Fiori.