Il più giovane è nato nel 2001, il più anziano nel 1931. Queste le prime “statistiche” del rinnovato Comitato Regionale del M.A.R., il Movimento per l’Autonomia della Romagna, fondato nel 1990 dal socialista Stefano Servadei con lo scopo di aggregare gli storici fermenti autonomistici romagnoli (Giovanni Braschi, Aldo Spallicci, Alteo Dolcini) e promuovere il riconoscimento della Romagna come regione d’Italia.
Dopo l’Assemblea Annuale, coincidente quest’anno con il centenario dalla nascita di Servadei, si è svolto sabato scorso a Forlì il primo Comitato Regionale, in cui c’è stato il rinnovo delle cariche. Alla guida del movimento Giovanni Poggiali come Presidente (classe 1971, ravegnano, imprenditore e viticoltore) e Fabrizio “Caveja” Barnabè come Coordinatore Regionale (1988, faentino, musicista, autore e insegnante). Molti i nuovi membri del “parlamentino” romagnolista da tutta la Romagna: Francesca Strada (della pagina di approfondimento culturale Streetolare), Stefano Bernardeschi (di Romagnoli Popolo Eletto), Laura Masi, Michael Foschi, Michele Dotti, Mattia De Nitto, Jessica Ortali, Gabriele Fabbri, Omar Casali.
“In una realtà globale che tende a schiacciare le identità e le diversità” – commenta Fabrizio Barnabè (Coordinatore Regionale) – “ci siamo accorti che sono proprio le ultime generazioni ad avere più sete di autonomismo, principio primordiale di dignità personale e popolare. Qualcuno in Italia lo ha mal interpretato negli anni passati, ma il M.A.R. e tutto l’autonomismo romagnolo guardano oltre, mantenendo fede nei propri principi: primo fra tutti, il rispetto delle comunità nel massimo rispetto di ogni altra comunità d’Europa e del mondo. Con gli occhi ben aperti davanti ai tranelli del potere, pronti a farci sentire anche quando a nessun’altro sembra importare.”
“Sono rari i movimenti culturali che abbracciano 70 anni di storia con l’anagrafe dei suoi membri, e siamo molto orgogliosi di poter fare da ponte fra il passato e il futuro” – aggiunge Poggiali (Presidente) – “La nostra storia è ben radicata nel Novecento, grazie ad alcune fra le migliori personalità romagnole e internazionali che hanno dato lustro ai concetti di autogoverno, sussidiarietà, autonomia dei territori; ma anche fermamente proiettata in avanti. Come ha fatto notare Davide Cappelli (nipote del senatore Lorenzo Cappelli, ndr) durante il Comitato di sabato, la Romagna è il miglior regalo che possiamo fare alle generazioni future. A noi il compito di portare avanti questa battaglia di democrazia e dignità con serietà e rispetto”.