Era la prima volta che si cimentava con il mare l'ultrarunner riccionese Stefano Gregoretti. Dopo l'Artico e i deserti della Namibia ha deciso di affrontarlo compiendo la traversata dell'Adriatico, insieme a Nico Valsesia, da Susak a Riccione, una distanza di 88 miglia da colmare con un kayak prodotto dall'italiana Allwave, adatto alle lunghe distanze. I due atleti sono arrivati in porto a Riccione alle 17 in punto, esattamente 20 ore dopo la partenza dalla Croazia.
Stefano e Nico durante la traversata hanno raccolto, laddove possibile, i pezzi di plastica incontrati in mare e li hanno consegnati una volta arrivati in porto a Riccione per farli smaltire al Seabin, il dispositivo mangia plastica posizionato nei mesi scorsi proprio vicino alla banchina.
Un progetto dunque centrato sì sull’esplorazione e sulla scoperta delle sensazioni che si possono provare in mare, ma anche sulla salvaguardia ambientale e sulla sensibilizzazione sui temi ecologici.
Ad attenderlo l'assessore all'ambiente Lea Ermeti, la Capitaneria di porto, il presidente della consulta del porto Remigio Cattarinetti e Marco Ciavatta, Volvo Car Italia, partner del progetto Lifegate - Seabin.
Stefano Gregoretti è da poco in libreria per Rizzoli con Ultratrail, libro in cui narra le sue corse estreme, dalla Namibia all’Artico, racconti d’avventura parlano di crepe che si aprono sotto i piedi nel ghiaccio del pack e di notti passate in carceri abbandonate, di tempesta e di sole giaguaro, di freddo che ti stringe come una tenaglia e di sete che ti tortura. Ma parlano anche di sfida con se stessi e di uno sconfinato amore per il nostro meraviglioso pianeta, oggi purtroppo spesso minacciato dai cambiamenti climatici.