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Cronaca 14:27 | 26/03/2019 - Rimini

Obiettivo: diventare la prima riviera "plastic free"

Sono numeri paurosi quelli che emergono dalle indagini sulla presenza dei rifiuti galleggianti in mare. Un fenomeno presente con effetti devastanti in tutti i mari del mondo ma che le ricerche sul campo, come quella realizzata dalla Goletta Verde di Legambiente nei mari italiani, evidenziano con forti criticita’ anche nel Mar Adriatico che registra una densità nel dato del numero rifiuti per kmq di 88,89 nella parte meridionale, di 30,29 in quella centrale, del 26,39 in quella settentrionale. Ma è la plastica, col 95,7% dei rifiuti antropogenici rilevati, la principale tipologia di rifiuti rinvenuti dagli operatori della Goletta verde nell’indagine su quelli gallegianti dell’estate 2016, seguita a grande distanza dalla carta (1,6%), dalla gomma, dal legno lavorato, ecc. Ma quello che altre indagini mettono drammaticamente in luce è che i rifiuti di plastica costituiscono la gran parte anche di quelli accidentalmente pescati, degli spiaggiati e di quelli presenti sui fondali.

Vogliamo diventare la prima regione e la prima riviera “plastic free” - ha detto il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi presentando questa mattina le iniziative della primavera – estate 2019 sul contrasto all’inquinamento da plastica del mare, assieme all’assessore all’Ambiente Anna  Montini e al presidente e vicepresidente dell’Associazione Basta Plastica in Mare Franco Borgogno e Manuela Fabbri – per cui avvieremo già dai prossimi giorni il percorso che ci porti ad adottare un protocollo d’intesa tra tutte le parti, pubbliche e private, istituzioni, associazioni e operatori, che se lavoreremo in fretta e bene potremo già presentare alla fine di questa primavera. Un vero e proprio ‘contratto’ di iniziative e pratiche in grado di respingere nel nostro quotidiano l’utilizzo della plastica monouso e semmai puntare sul riuso e sul riciclo. Quello della plastica in mare – ha proseguito il Sindaco Gnassi - è una delle grandi emergenze mondiali. E’ anche un tema di moda ma questa volta sotto l’eco mediatica c’è un problema enorme, perché impatta seriamente sul presente e sul futuro delle nostre città e del mondo intero. Come Rimini, come Riviera di Rimini, come Romagna, abbiamo deciso di prendere di petto il tema, non solo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica ma ideando alcune iniziative capaci di muovere passi concreti. Vi dico subito che l’obiettivo di Rimini è quello di diventare capofila di una lotta che vede al centro il bene del mare. Personalmente assumo il contrasto all’enorme tema della plastica in mare come la prosecuzione ideale di quanto stiamo facendo sul fronte del risanamento ambientale e fognario attraverso il PSBO. Se Rimini sta investendo quasi 200 milioni di euro per eliminare gli scarichi a mare e tornare a guardare in faccia il bene mare, lottare per un Adriatico pulito diventa determinante. Aggiungo poco altro: Visit Romagna ha intenzione di aderire al programma di Romagna Plastic free 2023 diventando il partner di progetto per l'aspetto più prettamente legato al turismo: da un punto di vista tecnico si tratta di una convenzione aperta/protocollo d'intesa sottoscritta dai soggetti promotori con cui si definiscono una serie di obiettivi pluriennali Romagna Plastic free 2023 e a cui invitare ad aderire i soggetti pubblici e anche gli organizzatori di eventi pubblici e privati. Si va dai materiali d’informazione agli eventi, alla mappatura delle best practices. Come Comune di Rimini, invece, già inseriremo nell’ordinanza balneare il divieto di utilizzo di cannucce e bicchieri monouso in plastica.”

“Sì – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Anna Montini riprendendo la sollecitazione del sindaco – perché da tempo l’Amministrazione, in collaborazione con privati e associazioni, si sta muovendo seguendo due principali finalità: la riduzione dell’uso di oggetti di plastica, soprattutto quelli monouso, e la facilitazione del riporto a riva dei rifiuti accidentalmente pescati da parte dei pescatori (fishing for litter). Su questo secondo punto, dai primi giorni di settembre del 2016 sono stati messi a disposizione dei pescatori due cassonetti nel porto di Rimini per il conferimento gratuito dei rifiuti accidentalmente pescati. Inoltre il Comune a maggio 2018 ha supportato insieme ad altre organizzazioni la presentazione di un progetto (approvato e primo in graduatoria ma in attesa della conferma del finanziamento da parte del Ministero dell’Ambiente) che coinvolge quattro imbarcazioni della marineria locale per attività di fishing for litter. E’ però sul primo aspetto, quello della riduzione dell’uso di oggetti di plastica monouso, che stiamo mettendo in campo un pacchetto di iniziative trasversali, nell’ottica anche di educazione e sensibilizzazione al tema. Si comincia infatti dalla scuola: le mense scolastiche comunali a partire dalle prossime settimane utilizzeranno piatti in coccio anziché due piatti in plastica per bambino a pasto, per un totale di 6.400 piatti di plastica monouso al giorno ‘risparmiati’ e analogamente si procede con i bicchieri. La spiaggia di Rimini sarà tra le prime in Italia ad applicare una filosofia plastic-free: nella prossima ordinanza balneare infatti sarà introdotto il divieto di utilizzare cannucce e bicchieri di plastica monouso. Da febbraio è stato vietato l’uso di coriandoli di plastica o plastificati su suolo pubblico e sulle spiagge, mentre da evidenziare come la marineria abbia infine bandito dal dicembre 2017 l’uso delle cassette di polistirolo per il pescato locale. Dobbiamo, tutti, rimboccarci le maniche, partendo dalla cosa più semplice: quando ci è possibile, e riduciamo l’uso degli oggetti in plastica monouso e di plastica in genere. Per questo – ha proseguito l’assessore Montini - voglio ringraziare Basta Plastica in mare e tutte le altre associazioni e i gruppi di volontari che già lo stanno facendo, dando l’esempio concreto. Dal punto di vista politico, attendiamo il prima possibile le nuove norme che potrebbero aiutare a ridurre il problema dei rifiuti in mare, a partire dalla revisione della Direttiva porti dell’UE e dal Decreto Salva Mare del Ministero dell’Ambiente che dovrebbero facilitare e semplificare il conferimento gratuito dei rifiuti accidentalmente pescati dalle imbarcazioni di pesca e il conferimento e relative modalità tariffarie per i rifiuti delle attività della pesca e dell’acquacoltura.”

Un impegno che ha trovato concordi i rappresentanti dell’associazione di protezione sociale Basta plastica in mare sia nelle parole della vicepresidente Manuela Fabbri che in quelle del presidente onorario Franco Borgogno.

“Abbiamo bisogno di cose concrete – ha detto la vicepresidente Manuela Fabbri -su cui spendere le nostre migliori energie. Dobbiamo coinvolgere le categorie economiche in questa azione che nasce dalle scuole, dall’entusiasmo delle centinaia di ragazzi che portano il proprio contributo di passione e volontà alle tante iniziative che con le scuole, nelle scuole, stiamo portando avanti. Ecco perché siamo a fianco dell’amministrazione comunale a cui chiediamo di farsi promotrice dell’innovazione specie in alcuni settori come quelli della pesca e della miticoltura in particolare. Un impegno su cui vogliamo al più presto registrare risultati concreti ed è per questo che accanto all’obiettivo “Plastic Free” abbiamo aggiunto una data “2023” a dimostrazione che si tratta di un obiettivo non di facciata o di moda ma che vogliamo realizzare concretamente in un tempo certo.”

“Un impegno che condividiamo – ha detto Franco Borgogno, presidente onorario dell’associazione di protezione sociale, da tanti anni impegnato nella battaglia per la limitazione dell’uso della plastica in mare e nell’ambiente – stringendoci con le tante realtà che in tutto il mondo si battono contro questo dramma umano e ambientale. Ed è per questo che siamo qui, più che mai convinti di trovare tanta partecipazione tra i riminesi perché nessuno più di chi vive grazie al mare ha interesse a che questo dramma, che soffoca mari e fiumi, venga limitato.”