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Cronaca 12:00 | 06/06/2018 - Valconca

San Clemente "ritrova" il soldato Tamburini

Getulio Giuseppe Tamburini, soldato della 268° Compagnia Mitraglieri Fiat, fu con molta probabilità uno dei tantissimi militari catturati (o andati allo sbando) all’indomani della disfatta di Caporetto. Nato a San Clemente il 18 luglio 1892, in via Cabernarducci 109 A, dall’unione dei coloni Luigi Tamburini (fu Francesco) e Palma Baratti, Getulio Giuseppe Tamburini muore, per malattia (tubercolosi? edema da fame?), il 13 luglio 1918 - 5 giorni prima del suo 26° compleanno - forse rinchiuso in campo di prigionia della Bassa Slesia o di un’altra zona orientale della Germania. Ed è qui che il giovane soldato è inizialmente sepolto: accanto ad altri compagni di trincea vinti dagli stenti e dal freddo. Solo il 2 novembre 1928 - trascorsi ormai 10 anni dalla fine del conflitto - i resti del mitragliere sanclementese trovano collocazione definitiva nel Cimitero Militare Italiano di Breslavia (oggi Wroclaw) fatto costruire dall’allora Governo nell’area del Parco Grabiszynski. Un’opera voluta allo scopo di ridare dignità a 1.016 caduti sotto il segno del tricolore. Da allora, a ricordare il suo estremo sacrificio rimane una piccola lapide in pietra carsica sulla quale, complici alcuni errori di trascrizione, il nome di Getulio Giuseppe è stato ‘storpiato’ in Catullo Tamburini (errata pure la data di nascita: 17 luglio 1894). A ‘ritrovare’ - ad un secolo esatto dalla morte - quell’umile sepolcro ha contribuito Mario Turis - 51 anni, originario della Sardegna - infaticabile studioso e ricercatore della Prima Guerra Mondiale. A lui si deve l’invio dell’immagine in cui è riprodotta la lapide. E sempre a lui si deve il contatto con l’Amministrazione comunale di San Clemente con l’unico intento di far sapere ai possibili, eventuali parenti/discendenti - qualora non ne fossero a conoscenza - dell’esistenza della tomba. 

Non conosco di persona il Signor Turis - dice la Sindaca Mirna Cecchini - ma devo ammettere che la storia di questo soldato merita, senza ombra di dubbio, la nostra attenzione e un’ulteriore opera di ricerca e verifica documentale. Raccolgo, pertanto, l’invito alla pubblicazione, attraverso i canali informativi di cui può disporre il Comune, della foto della tomba custodita nel cimitero di Breslavia. Ciò nell’auspicio e nella speranza di favorire un’ampia divulgazione e, se possibile, un incontro con gli eventuali parenti/discendenti del mitragliere. Le informazioni raccolte e qui riportate - e di ciò ringrazio per primo il signor Turis e poi i miei collaboratori - credo possano facilitare il percorso d’identificazione. Al giovane militare sanclementese, vittima nella Grande Guerra del 15-18, l’Amministrazione di San Clemente vorrebbe - se nulla osta l’intedimento - poter dedicare, anche in memoria di tutti gli altri soldati che hanno dato la loro vita per difendere il nostro Paese e riaffermare il valore della libertà dagli oppressori, un momento ufficiale già nel prossimo mese di novembre”.