Lo aveva promesso, ha mantenuto l’impegno. E che impegno!.
Giancarlo Frisoni torna con un nuovo libro-inchiesta dove le immagini raccontano storie, personaggi, solidarietà, lavoro, momenti di vita. Verrà presentato, con un evento aperto a tutta la cittadinanza, sabato 25 maggio alle ore 16 alla “Cra degli Ulivi” a Morciano in via Giusti 18.
“Voi chi siete?”: titolo insolito e ambiguo, scelto perché ogni anziano è la prima domanda che fa. Quello in cui vi dirigerete aprendo questo volume è un viaggio dentro la terza età, quasi una confessione con la paura, il dolore e la poesia della fine. Un toccare con mano i compromessi, la lotta contro la solitudine e la morte fino a lasciarsi andare. Fino a capire la perfezione del disegno, quello di ogni singolo individuo che merita comunque e sempre verità e rispetto.
Protagonista, ideatore, fotografo e scrittore è Giancarlo Frisoni, un figlio della Valconca che nasce a Montescudo nel 1958. Fin da piccolo capisce che l’arte sarà parte integrante della sua vita: dipinge, scrive e fotografa. Nell’ambito pittorico usa la terra da plasmare sulle tele e i colori che trova in natura. Questa sua prerogativa lo ha portato a riscontri importanti come due mostre negli eventi Expò e a due Biennali di Venezia. La sua narrativa racconta la memoria del territorio e del mondo contadino, oltre a problematiche sociali defilate dalla massa. Ha pubblicato più di trenta libri e due romanzi sulla memoria, sei libri fotografici. Da segnalare “Memorie, volti e voci della mia gente” dedicato a vecchi contadini. “Le case del cuore” come metafora della famiglia del passato, “Madri” una raccolta di 15 storie di madri con figli disabili, e, appunto, “Voi chi siete?” un toccante racconto della vita dentro una RSA.
I punti di forza del libro sono i sentimenti, i valori, gli attaccamenti alla vita e alle persone quando si è in procinto di perderli. Quando appaiono per quello che valgono e oramai non c’è più tempo per tornare indietro.
“Ho percorso assieme a questi anziani – dice l’autore - strade sconosciute, condiviso l’epidemia della solitudine, l’essere soli in mezzo a tante persone. Ho visto combattere la vita e la morte, cercare compromessi, proseguire sottobraccio fino a lasciarsi andare. Ho capito la perfezione del disegno, quello di ogni essere umano, di ognuno di noi, che merita sempre e comunque rispetto e comprensione per la sacra verità che incarna”.