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Economia 12:31 | 28/01/2019 - Rimini

"Condor, Jump e il salto nel vuoto"

E’ di 14 il numero di esuberi dichiarati alla Nuova Condor S.r.l., sui 21 dipendenti totali, nell’ambito del piano di riorganizzazione aziendale. Nuova Condor S.r.l. era nata a luglio 2018 da Settemari S.r.l. (gruppo UVET) per dare seguito allo storico tour operator Condor S.r.l.; importante azienda riminese fondata nel 1958 dall’imprenditore Stefano Patacconi. 

"Filcams e Fisascat avevano già proclamato dallo scorso settembre lo stato di agitazione dei dipendenti - si legge in una nota sindacale - per la grave carenza di informazioni riguardanti il futuro dell’azienda. Da luglio infatti non era stata fornita ai lavoratori alcuna informazione chiara circa il piano industriale; il sospetto delle organizzazioni sindacali era che la nuova proprietà stesse procedendo ad una lenta eutanasia. Avevamo chiesto la possibilità di definire un accordo quadro che individuasse modalità e condizioni di ogni eventuale riorganizzazione che impattasse sull'occupazione della sede riminese. La risposta, ad ottobre, fu il licenziamento individuale plurimo per tre lavoratori, uno dei quali riguardante anche il delegato sindacale CGIL; successivamente l’azienda ritirò improvvisamente la procedura individuale e a dicembre aprì la procedura collettiva. I lavoratori di Nuova Condor hanno vissuto mesi d'incertezza rispetto al loro futuro occupazionale in una condizione di grave disagio organizzativo. Quello che si paventa con “Jump”, il brand che dovrebbe sostituire Nuova Condor, a nostro avviso è tutt’altro che un rilancio basato sul lavoro e sul rispetto dei lavoratori e delle relazioni sindacali. 

Martedì 29 gennaio alle ore 11,00 si terrà un presidio a sostegno della vertenza davanti alla sede di Confcommercio (Via Italia 9/11), mentre negli uffici dell’associazione prenderà avvio il tavolo sindacale per la gestione della grave crisi. "Chiediamo rispetto - concludono i sindacati - per i lavoratori ex Condor che hanno reso grande l’azienda riminese, nel contempo vogliamo garanzie contro l’impatto sociale negativo determinato da una riorganizzazione che, per chi lavora, ha il sapore di un salto nel vuoto"