“Siamo molto delusi dalla conferenza stampa di ieri sera che doveva aprire la Fase 2, dal 4 maggio ci sarà una Fase 1.2: un aggiornamento. Tante parole ma poco concrete e nessuna certezza” dichiarano i due coordinatori Bellucci e Fabbrani di Italia Viva Rimini. "A inizio emergenza - proseguono - il grosso problema che ci siamo trovati ad affrontare è stato il sovraccarico degli ospedali e i troppi accessi in terapia intensiva. La chiusura forzata è stata determinata dal fatto che bisognava ridurre il propagarsi delle infezioni e gli ingressi/ricoveri nelle strutture ospedaliere".
“Come sottolineato da diversi scienziati, un secondo picco dell’epidemia è molto probabile lo si aspetta in autunno ma non è detto – dichiara la responsabile del comitato Sanità e Salute di Italia Viva Annamaria Ruzzo (nella foto) – dobbiamo farci trovare assolutamente pronti. È necessario elaborare un piano operativo chiaro che purtroppo non si vede all’orizzonte, e dobbiamo soprattutto proteggere i medici con i DPI adeguati”.
Sin dall’inizio dell’epidemia è emerso il ruolo primario della medicina territoriale rappresentata da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenziale, essendo questi il primo contatto con pazienti adulti e in età pediatrica.
“Bisogna partire da qui per affrontare la Fase 2: è importantissimo potenziare il territorio. La gestione del contenimento dell’epidemia dovrà essere soprattutto territoriale, individuando precocemente i casi sospetti, isolandoli e trattandoli ove possibile a domicilio” - continua Ruzzo - È necessario predisporre protocolli e linee guida nazionali ma anche rispondenti alle specifiche necessità territoriali. Ancora oggi le persone devono aspettare anche da 7 a 10 giorni per avere un tampone, e questo non è accettabile se vogliamo far ripartire il paese. Entro pochissime ore dai sintomi bisogna intervenire e isolare le persone infettate e questo vale anche per i pazienti in età pediatrica di cui si parla pochissimo. Ieri sera dal Presidente Conte ci saremmo aspettati più chiarezza sulle 3 T: test, trattamento e tracciamento. Senza questa organizzazione la Fase 2 rischia di essere un disastro”.