L’emozione del loro primo incontro è ancora viva nell’inchiostro del block notes di Lele, dove da sempre raccoglie pensieri e ricordi della sua vita. Sono passati più di dieci anni da quel giorno speciale, quando, tra le note di un valzer, il destino ha intrecciato i loro passi nel centro sociale culturale e ricreativo Viserba 2000, in via Baroni. Entrambi vedovi, entrambi con una storia intensa alle spalle, Benito, ma per tutti Lele, si è innamorato all’istante di Novella. E alla domanda se è stato un colpo di fulmine, lui risponde senza esitazione: “Fatale!”.
Lele, nato a Santa Giustina nel 1939 (oggi 85 anni), in piena guerra, e Novella, classe 1949, di Santarcangelo (75 anni), hanno trovato nell’affetto reciproco una nuova primavera della vita.
Era gennaio 2014 quando i loro sguardi si sono incrociati per la prima volta. Quel momento è rimasto impresso nel diario di Lele sotto il titolo ‘Una donna meravigliosa’.
Lele, con il cuore che batteva forte, non ha esitato a chiederle se fosse alla ricerca di un compagno. Novella, invece, si è presa un po’ di tempo per riflettere e si è data una scadenza: avrebbe deciso entro Pasqua. Lui, paziente e speranzoso, le ha detto: “Pensaci bene!”, perché le sue intenzioni erano più che serie. E quando il tanto atteso “sì” è arrivato, il cuore di Lele si è riempito di gioia.
La loro storia ha avuto un’ulteriore svolta in una giornata densa di nebbia, di quelle con il cielo livido e in cui la visibilità è ridotta. Dopo un pomeriggio passato insieme, Novella gli ha proposto così di restare da lei nella sua casa a San Martino dei Mulini. Da quel giorno, non si sono più separati, con la ‘benedizione’ anche dei rispettivi figli.
Ancora oggi Lele e Novella frequentano il centro sociale Viserba 2000, dove hanno i loro amici e continuano a coltivare la passione che li ha fatti incontrare: il ballo.
Se chiedi a Novella cosa ama di Lele, risponde sorridendo: “La sua energia, scatta!”. Lui, con gli occhi pieni di dolcezza, replica che ciò che lo fa sentire al sicuro è la tranquillità ed empatia di Novella.
La loro storia è solo una delle tante che nascono nei centri sociali per la terza età, veri e propri punti di aggregazione che offrono un rifugio dalla solitudine e un ventaglio di opportunità di divertimento e svago.
Sul territorio riminese, in particolare, esiste una solida rete di 12 circoli per anziani, per un totale di oltre 4.500 iscritti. In questi luoghi, donne e uomini di una certa età si ritrovano per chiacchierare, giocare a carte, ballare e partecipare a una varietà di attività culturali e ricreative.
Una novità importante è l’inserimento anche del centro sociale ACLI di San Giuliano (584 iscritti) che, dallo scorso anno, ha iniziato a collaborare con il Comune di Rimini, ricevendo un contributo annuale per coprire le spese di gestione, come previsto dalla specifica delibera. Oltre a promuovere l’aggregazione sociale, il centro di San Giuliano mira a favorire l’incontro tra generazioni diverse, proponendosi come punto di riferimento non solo per gli anziani, ma per tutta la zona, con l’obiettivo di promuovere l’aggregazione, intercettare i bisogni delle persone e contribuire alla prevenzione dell’emarginazione sociale.
“I centri sociali per anziani rappresentano un pilastro fondamentale e un valore straordinario per l’intera comunità, offrendo a molte persone in pensione, magari sole, l'opportunità di trascorrere del tempo in compagnia, stringere nuove amicizie, mantenere attiva la mente e, perché no, anche trovare l’amore - è il commento dell’Assessore alla Protezione sociale del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda - La bellissima storia di Lele e Novella dimostra quanto questi luoghi possano davvero fare la differenza e cambiare la vita delle persone, offrendo nuove prospettive e consolidando il senso di appartenenza a un tessuto sociale inclusivo”.