Ammortizzatori sociali in provincia di Rimini: nei primi due mesi del 2024 impennata di oltre il 50% nell’uso della cassa integrazione
La situazione in Emilia-Romagna
In sintesi, l'Osservatorio INPS – i cui dati sono stati elaborati da Carlo Fontani per il Dipartimento Politiche Contrattuali CGIL Emilia-Romagna - quantifica il ricorso complessivo nel periodo gennaio-febbraio 2024 in Emilia-Romagna a 7.401.864 ore per Cassa Integrazione Guadagni (Cigo - Cigs – Cigd).
Questi i dettagli sulla Cassa Integrazione Guadagni:
• 5.709.020 ore di Cigo, nel 2023 erano 2.530.485 (+125,6%)
• 1.692.844 ore di Cigs, nel 2023 erano 1.141.371 (+48,3%)
Per quanto riguarda l'artigianato, questi i dati a marzo 2024:
• 1852 accordi di sospensione sottoscritti, per un totale cumulato nel trimestre di 11.645 dipendenti.
Nel primo trimestre 2023 erano stati 831 gli accordi sottoscritti per 4.085 dipendenti.
Provincia di Rimini: l’aumento percentuale a doppia cifra delle ore di cassa integrazione segnala (ancora una volta) un rallentamento dell’economia
Con il +50,2% di Cassa Integrazione nel primo bimestre 2024 rispetto al 2023, la provincia di Rimini segna un nuovo record nell’ultimo triennio successivo al Covid-19. Dopo Ravenna, con 843.642 ore la provincia di Rimini è la quarta in Regione che vede un maggiore utilizzo di ammortizzatori sociali nel 2024; erano 561.579 le ore nel primo bimestre 2023. Al netto della “parentesi” Covid-19, per la provincia di Rimini è il peggior dato dal 2011.
Anche rispetto all’andamento dell’artigianato i numeri non sono confortanti in provincia di Rimini.
Da gennaio a marzo 2024 sono stati collocati mensilmente in sospensione (dati EBER) in media 168 lavoratori, con una tendenza in aumento a marzo, che ha toccato le 248 unità in 37 imprese artigiane.
Se le tendenze nel comparto manifatturiero saranno confermate, per la tenuta dei redditi potrebbe non essere sufficiente l’economia turistica
Prevalentemente è il settore dell’industria quello che sta trainando a livello regionale l’aumento di Cassa Integrazione, mentre sembra contenersi l’impiego di ammortizzatori sociali nel terziario e nell’edilizia. Considerando la composizione del tessuto economico riminese, sembra realizzarsi l’allarme lanciato da CGIL Rimini nel febbraio scorso, quando si parlava tiravano le somme del 2023: potrebbe ridursi strutturalmente il lavoro nei settori industriali dell’economia provinciale. Si tratta di una tendenza molto preoccupante che rischia di deteriore ulteriormente un tessuto sociale che già si regge, in provincia di Rimini, su redditi bassi e rapporti di lavoro precari.
Alla luce di questi dati è urgente accelerare l’avvio degli ambiti di confronto previsti dal Patto per il Lavoro ed il Clima della Provincia di Rimini, al fine di definire una strategia volta ad arginare eventuali peggioramenti degli questi indicatori economico/sociali.
Il mondo delle imprese deve mettere in campo un’iniziativa volta a stimolare gli investimenti nel settore manifatturiero della provincia di Rimini, mentre sul fronte dei comparti del terziario è urgente completare il quadro dei rinnovi contrattuali, a partire da Grande distribuzione organizzata e Turismo.