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Opinioni 16:37 | 15/11/2024 - Rimini

Benaglia: "Il tempo del chiaroscuro, vogliamo un mondo nuovo"

Caro Diario, sono colpito dalla frequenza con cui nascono molti nuovi comitati, sulla spinta di temi che una larga parte delle persone condivide. Questo proliferare è il primo sintomo di un malessere diffuso all’interno della nostra società, un malessere causato dalla poca o per nulla presenza dei partiti e della loro funzione di regolatori della vita e di contrappesi tra interessi differenti. I partiti di massa sono solo un vecchio e sbiadito ricordo, morti e sepolti insieme alle ideologie del secolo scorso. Oggi il potere riesce a finanziare ogni singola frazione dell’arco parlamentare con il risultato di annullare le differenze. Sul terreno locale, anni di leaderismo hanno svuotato di competenze e preparazione il consiglio comunale, ridotto a semplice passa carte dell’amministrazione. Il dialogo istituzionale si è tramutato in un circo di arroganze, dove gli assessori si permettono di concludere momenti di confronto con frasi come “io faccio come …. voglio” dove i puntini sono la parte riproduttiva maschile. Questa situazione, inattesa per la nostra città, si è manifestata dalla chiusura dei quartieri da parte del governo centrale e che ha trovato nella nostra città la volontà di non creare nuove forme di partecipazione. Per lunghi anni abbiamo assistito a facebook come unico canale di informazione tra cittadini e istituzioni, dove venivano annunciate delle banalità per opere maestose. L’asfaltatura di una strada, l’installazione di un dosso o il taglio dell’erba ricevevano, e ricevono tutt’ora, un’attenzione anormale, con il solo scopo di ostentare un’operosità che dovrebbe essere invece parte del lavoro quotidiano. Con questo meccanismo, magistralmente orchestrato e indirizzato, abbiamo smesso di pensare e di farci domande.

La partecipazione è diventata solo virtuale, con tutto quello che ne consegue. L’esempio è Il neonato comitato di via sinistra del porto, che si oppone giustamente al nuovo mercato ittico. In pochi giorni ha raccolto oltre 600 adesioni alla loro protesta ma ieri c’erano solo una ventina di partecipanti all’interrogazione in consiglio comunale. Stessa sorte per il comitato di Rivabella, anche loro oggetto di interrogazione in consiglio e presenti con solo due rappresentanti.

Questa situazione di disinteresse generale favorisce l’arroganza al potere, che può crogiolarsi nel compiacimento della propria forza e tirare dritto per la propria strada, forti della debolezza numerica del sentimento contrario.

In democrazia contano i numeri, questo è un fatto. E i numeri si fanno solo con la partecipazione e l’impegno continuo da parte di tutti. L’incapacità di coinvolgere le giovani generazioni deve far riflettere non la politica, ma la società civile.

La pretesa che sia sempre l’amministrazione ha creare eventi, luci di natale, aggregazione e manutenzione del verde, spinge la nostra società a non impegnarsi per il bene comune perché esiste un’entità superiore a cui demandare la gestione della parte collettiva della vita.

Caro Diario è in questo chiaroscuro sociale che sono nati i mostri moderni, oggi dobbiamo impegnarci a far nascere il mondo nuovo.

 

Stefano Benaglia

 

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