Nonostante ormai sia chiaro quanto le donne possano essere eccellenti leader, innovatrici e imprenditrici, continuano nel mondo del lavoro ad avere paghe inferiori ed essere collocate in posizioni professionali inferiori rispetto agli uomini.
E’ questo quello che emerge dal Centro Studi CISL Romagna, grazie alla collaborazione con Lorenzo Ciapetti, “un trend – afferma il Segretario generale di CISL Romagna Francesco Marinelli-che purtroppo sta rimanendo costante nel tempo, ma che tutti insieme dobbiamo cercare di invertire, perché una crescita professionale ed economica delle donne determina uno sviluppo per tutta la comunità”.
Anche se si evidenzia una percentuale maggiore di donne laureate, queste continuano ad essere inquadrate soprattutto in posizioni professionali ad elevata specializzazione, mentre solo il 37% in posizioni apicali dirigenziali. Le donne inoltre continuano a subire un sensibile gap retributivo rispetto agli uomini.
Retribuzioni
Nell’analisi condotta su dati INPS (relativi a lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo esclusi i lavoratori domestici) CISL Romagna registra un divario retributivo tra uomini e donne, anche analizzando il livello professionale ricoperto, con un divario medio che per il livello di “operaio” è di circa 24 euro giornalieri, per passare a 49 euro per posizioni di “quadro” e arrivare a 121 euro per le posizioni dirigenziali. (tabella 1)
Occupazione
Nonostante il loro contributo cruciale, le donne spesso si trovano di fronte alla mancanza di opportunità di avanzamento di carriera. I dati elaborati dal Centro Studi CISL Romagna(sulla base degli avviamenti al lavoro da giugno 2022 a giugno 2023) rivelano che la quota di donne dirigenti in posizioni chiave dell’economia è in media del 37% in Romagna, leggermente superiore alla media regionale che è del 34%. Analizzando attentamente i dati provinciali, emergono chiaramente disuguaglianze nell'accesso alle posizioni apicali tra uomini e donne (tabella 2).
Nella provincia di Forlì-Cesena solo il 39% delle donne sono state assunte in posizioni apicali, in netto contrasto con il 61% degli uomini.
Una situazione leggermente migliore si osserva nella provincia di Ravenna, dove le donne in posizioni apicali hanno raggiunto il 41% mentre gli uomini sono al 59%. Tuttavia, la situazione più critica si riscontra nella provincia di Rimini, dove le donne solo il 32%, mentre gli uomini registrano i tassi più elevati in Romagna, con il 68%.
Al contrario nelle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, si osserva che la quota di donne nella media regionale e anche romagnola è del 66%. È Rimini a registrare il tasso più alto con l'71%, segue Ravenna con il 65%, e infine la provincia di Forlì-Cesena con il 64%. (tabella 3)
Le competenze
Focalizzandoci sulla Romagna (sulla base di dati MIUR) emerge un dato sorprendente: nel 2022, le donne residenti laureate superavano numericamente gli uomini residenti laureati di circa 11 mila unità. Questo indica chiaramente un aumento del livello di istruzione tra le donne rispetto agli uomini.
Analizzando i dati relativi alle lauree e al livello post-laurea presso le sedi universitarie romagnole dell'Università di Bologna nel periodo 2018-2022, si evidenzia che, le donne rappresentano una percentuale maggiore rispetto agli uomini nei corsi di laurea totali (il 63% contro il 37%), e nei corsi di laurea STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), rappresentando il 48% rispetto al 52% degli uomini. (tabella 4)
“Le donne non solo si sono dimostrate eccellenti leader, innovatrici e imprenditrici, ma hanno anche giocato un ruolo determinante nella crescita economica e nello sviluppo delle comunità - afferma Francesco Marinelli segretario generale CISL Romagna -. Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che rimane ancora molto da fare per garantire loro pari opportunità e pari retribuzione sul posto di lavoro.
Il divario retributivo di genere è un problema che richiede azioni concrete e urgenti. È anche inaccettabile che le donne continuino ad affrontare ostacoli nell'avanzamento di carriera e nell'accesso a ruoli di leadership. I dati elaborati dal nostro centro studi evidenziano chiaramente la necessità di un intervento immediato per invertire questa tendenza.
Abbiamo lavorato duramente per promuovere un ambiente di lavoro inclusivo, dove le donne vengano valorizzate e supportate - continua il segretario -. Tuttavia, i numeri dimostrano che c'è ancora molto lavoro da fare. È essenziale che continuiamo a sostenere l'empowerment delle donne attraverso politiche aziendali ed iniziative concrete volte ad eliminare gli ostacoli che ancora persistono nel loro percorso professionale.
Oggi, più che mai, è importante che ci impegniamo tutti a creare un futuro in cui le donne possano realizzare pienamente il loro potenziale e contribuire in modo significativo alla nostra società e all'economia. Sono fiducioso che, lavorando insieme, possiamo raggiungere questo obiettivo e costruire un mondo più equo e inclusivo per tutti. In questa ricorrenza - conclude Marinelli - invitiamo tutti a riflettere sulle sfide affrontate dalle donne sul luogo di lavoro e ad impegnarsi attivamente per creare un ambiente di lavoro inclusivo ed egualitario”.