Per garantire un futuro più sereno e autonomo alle persone con disabilità, la Regione Emilia-Romagna finanzia con 224 mila euro due progetti riminesi, uno presentato dalla società cooperativa La Fraternità e l’altro da un privato.
La giunta ha approvato infatti l’esito del bando 2018 sul “Dopo di noi” che stanzia complessivamente 2 milioni e 800mila euro per 23 progetti su tutto il territorio e che ha permesso di presentare domanda anche ai privati. Le risorse per sostenere le iniziative provengono dal Fondo nazionale del “Dopo di noi”, che ha messo a disposizione dell’Emilia-Romagna oltre 13 milioni di euro per il triennio 2016-2018.
“La Regione Emilia-Romagna ha messo al centro delle proprie politiche di welfare la tutela delle persone più deboli - sottolinea l’assessora al Bilancio Emma Petitti (nella foto) -. Tanto abbiamo fatto e tanto continueremo a fare per progetti come il “Dopo di noi”. Assicurare autonomia e indipendenza a un figlio a o un proprio caro disabile che rimane solo rappresenta spesso per i genitori e i parenti una preoccupazione. Per questo, sapere di poter contare su percorsi sociali e assistenziali costituisce un supporto fondamentale. È una delle sfide nelle quali ci eravamo impegnati a inizio legislatura e manteniamo ciò che avevamo promesso”.
I 23 progetti selezionati riguardano in particolare il sostegno alla residenzialità, per consentire alle persone con disabilità di decidere autonomamente dove, come e con chi vivere la propria vita futura, in maniera gradualmente indipendente dai genitori, in una casa e non necessariamente in un istituto o una struttura speciale.
In Emilia-Romagna sono complessivamente 91 le soluzioni residenziali utilizzate su tutto il territorio per progetti del “Dopo di noi” tra Gruppi appartamento, Abitazioni per piccoli gruppi e convivenza stabile e Appartamenti Palestra o Scuole di autonomia per soggiorni a termine. Le più diffuse sono queste ultime, che consistono in appartamenti dove le persone con disabilità, ancora assistite dai propri familiari anche se ormai anziani, imparano a rendersi il più possibile autonomi nella gestione della vita quotidiana preparandosi ad uscire dalla famiglia di origine. Le persone coinvolte in questi soggiorni a termine - dal primo anno di avvio del programma, nel 2016 - sono state 482.