Il medico non abbandonerà mai a se stesso il paziente, assicurerà sempre le cure palliative per contenere il dolore sino alla sedazione profonda e sarà presente fin dopo il decesso che certificherà ma non compirà l’atto fisico di somministrare la morte. E’ una posizione drastica quella del Presidente della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici. Il medico ha per sua missione quella di combattere le malattie, tutelare la vita e alleviare le sofferenze. Il suicidio assistito è quindi un processo che esula da questo impegno. Essendo questa una società pluralista la posizione dei medici è quella di curare tutti a prescindere da credi religiosi , filosofici e culturali rispettando ma non appoggiando il diritto del cittadino all’autodeterminazione anche nei casi di suicidio come previsto dalla Corte Costituzionale. Per inciso, da medico, la mia posizione è molto vicina alla Corte Costituzionale che ha dichiarato non punibile il suicidio assistito. Quindi mi trovo in disaccordo rispetto all’Ordine dei Medici in situazioni di grave sofferenza personale fisica da malattia ad esito infausto come quella di Dj Fabo e tanti altri. Ma stante quanto sostiene fermamente l’Ordine chi aiuterà il malato a morire? Una legge dello Stato dovrà trovare una terza persona per raccogliere la volontà sul suicidio; è ragionevole supporre che debba essere il paziente stesso a poterlo decidere, a scegliere ad esempio un fratello, il coniuge, il genitore ma non il medico.
dott. Alessandro Bovicelli