“Qualcosa si muove anche in Emilia-Romagna. Sembra che la Giunta Bonaccini sia intenzionata ad avviare una valutazione sulle terapie domiciliari per curare i pazienti Covid, riconsiderando anche trattamenti ritenuti efficaci all’inizio dell’emergenza. La sollecitazione è arrivata dal gruppo Lega e in particolare dal consigliere Daniele Marchetti che ha presentato una risoluzione poi approvata. Vedremo se alle promesse della Giunta seguiranno i fatti. E se, soprattutto, la sanità regionale saprà rispondere con celerità ed efficacia all’indispensabile revisione dei protocolli finora osservati, alla luce delle evidenze scientifiche registrate in questi mesi. I ritardi e le carenze organizzative e gestionali del sistema sanitario regionale sono evidenti: a un anno dall’inizio della pandemia non ci si può più nascondere dietro l’emergenza. Il presidente Stefano Bonaccini, oggi, ha parlato ancora di ‘strette’, di ‘chiusure’ e di ‘numeri preoccupanti’. Meglio avrebbe fatto se in questi mesi avesse pianificato l’incremento dei posti letto e delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale. E’ dal 2020 che la Lega chiede risposte concrete e non le soluzioni restrittive più facili ma certamente anche disastrose per economia e società. Ci chiediamo cosa significhi la frase di Bonaccini della necessità di una ‘stretta robusta’ per qualche settimana per poi riaprire e non chiudere più. Una promessa già sentita più volte e sempre disattesa. Non ci fidiamo. Bonaccini intraprenda altre strade, è ora di cambiare marcia”.
Così in una nota il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.