Un ulteriore concreto passo nell’applicazione del Decreto Ministeriale 77 nel Distretto di Riccione, in attuazione di un piano discusso e condiviso con le amministrazioni locali un anno fa. Possono essere sintetizzati così l’apertura dei nuovi poliambulatori di medicina specialistica di Cattolica, in via Mentana 15 (ex CRA Galli), e i lavori di realizzazione dell’Ospedale di Comunità (Os.Co.), finanziato con fondi PNRR, insieme agli interventi di ristrutturazione e rafforzamento sismico all’ospedale Cervesi. Il punto della situazione e sullo stato di avanzamento di tale percorso è stato svolto in un incontro con la stampa tenutosi nella Residenza Municipale di Cattolica, presenti i rappresentanti dell’amministrazione comunale e i vertici di Ausl Romagna.
Ad illustrare nel dettaglio, con l’ausilio di alcune slide, la tipologia di interventi in corso a Cattolica è stato l’architetto Enrico Sabatini, Direttore attività tecniche Rimini (in sala erano presenti anche il Direttore ad interim del Distretto di Riccione, Mirco Tamagnini, la Direttrice del presidio ospedaliero di Riccione-Cattolica, Bianca Caruso, e Domenico D’Erasmo, responsabile Direzione Infermieristica e Tecnica Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Rimini). “E’ stato un percorso partecipato da parte di tutti gli attori coinvolti per individuare la miglior soluzione temporanea per gli ambulatori – ha affermato Sabatini – durante un intervento che si colloca tra quelli con un finanziamento significativo, una scelta strategica presa con la direzione di presidio considerando che il 20% della superficie dell’ospedale è interessata dai lavori. Sottolineo che nell’area sud tutti gli interventi previsti dal PNRR sono partiti e già cantierizzati, a dimostrazione di notevoli investimenti in questo Distretto. Se posso concedermi una battuta, a lungo il ‘Cervesi’ è stato un malato cronico, ora diventerà invece un ‘gioiellino’ come strutture tra gli ospedali collocati in questa area territoriale. Del resto il totale del finanziamento PNRR è di 3.130.000 euro, di cui 1.680.000 per i lavori di miglioramento sismico, tramite un approccio all’avanguardia, studiato recentemente anche dall’università, e 800.000 euro per la realizzazione dell’Ospedale di Comunità, che avrà 16 posti letto, con sette stanze doppie e due singole. Evidenzio anche che tali interventi sono condotti da professionisti originari di questo territorio, quindi anche più coinvolti dal punto di vista personale rispetto a qualcuno di fuori. Per quel che concerne lo stabile di via Mentana, al momento stiamo occupando due piani, dove abbiamo trasferito i servizi di endocrinologia, urologia, medicina riabilitativa, neurologia e reumatologia, dermatologia e ginecologia consultorio, però in caso di bisogno ci sono altri spazi disponibili che potrebbero poi essere utilizzati”.
Un ringraziamento a tutti coloro che si sono adoperati per la realizzazione dell’Os.Co. è venuto anche da Francesca Bravi, Direttrice Sanitaria di Ausl Romagna. “E’ il nono in Romagna, un tassello fondamentale della rete, nella cornice del DM 77 – ha spiegato – Come è stato detto, il tema non riguarda solo le strutture ma i contenuti, per questo come azienda abbiamo dato vita a un tavolo di lavoro interdisciplinare sugli Os.Co., quindi ci siamo ripromessi di dotarci di standard di un certo tipo, di qualificare l’assistenza primaria e valorizzare figure come riabilitatori e infermieri, o ruoli che andiamo a creare come l’Infermiere di famiglia e comunità, dunque non solo per occuparci del paziente acuto ma pure di quello cronico, che ha bisogno di servizi di tipo bio-psico-sociale”.
Quindi è stata la volta del Direttore Generale di Ausl Romagna, Tiziano Carradori. “Nell’ascoltare gli interventi di chi mi ha preceduto ripensavo a quando un quarto di secolo fa ho reinternalizzato l’ospedale Cervesi, mi pare che interventi per oltre 3 milioni di euro siano un significativo segno di quanto abbiamo a cuore questa struttura – ha dichiarato Carradori - dove fra l’altro abbiamo pure eccellenze quali ortopedia della spalla o la struttura semplice Fisiopatologia della riproduzione, senza dimenticare il Cau che viaggia verso i 500 accessi a settimana, fra l’altro con bassi livelli di trasferimento al Pronto Soccorso, quindi a conferma di come i cittadini siano attenti e consapevoli delle peculiarità del servizio. Il nostro non è mai stato un approccio tecnocratico, ma di forte dialettica con le amministrazioni locali, quelle che sono a stretto contatto con la popolazione, un elemento di arricchimento, e la permanenza di servizi, non la cancellazione, dice che al centro dell’attenzione vi sono le necessità di una comunità. Senza un prima e un dopo, un ospedale non ha senso. La salute è data da tante componenti, noi siamo per una sanità che consenta a una comunità di esprimere il massimo delle sue possibilità. E pertanto continueremo in questa opera dialettica e di franca collaborazione con le amministrazioni locali per garantire ai cittadini i bisogni di salute”.