16 e 17 maggio 2023: la triste data che ha segnato l’Emilia Romagna con una delle più tremende alluvioni di sempre. Milioni di metri cubi di acqua hanno devastato campi e raccolti, spazzato via ponti e strade e rese inagibili case ed attività commerciali.
30.000 persone nell’arco di poche ore hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Migliaia di fabbriche hanno cessato di colpo il proprio lavoro.
Una vera e propria tragedia.
Ma si dice che tutto abbia sempre anche l’ “altra faccia della medaglia”.
Ed è vero: subito dopo il disastro, da tutta Italia, decine di migliaia di persone si sono attivate per raggiungere i luoghi del disastro per… “dare una mano” come i più dicono.
Auto-organizzati, con mezzi propri, con una semplice pala e stivali; per aiutare, per spalare il fango, per far defluire l’acqua, per aiutare a salvare il salvabile.
Dall’alluvione di Firenze 1966 li hanno definiti “Gli Angeli del Fango”. Tantissimi soprattutto i giovani ed anche giovanissimi. Con tanta voglia di fare.
Una scintilla di altruismo e generosità scaturita improvvisamente che ha creato questa sorta di “movimento degli Angeli del Fango” e che è riuscita persino a commuovere chi, nella disperazione, era stato appena travolto dal disastro.
Veri e propri Angeli (con la “A” maiuscola) che hanno fatto pensare, riflettere, commuovere e soprattutto che hanno fatto nascere in chiunque li incontrasse un altro sentimento, quello della gratitudine.
E allora si vedono gli stessi alluvionati che improvvisano aree ristoro per questi ragazzi, aziende che li sostengono come possono donando loro vestiti e strumenti di lavoro, Hotel che li ospitano gratuitamente.
Una seconda “onda di solidarietà e di gratitudine” ma questa volta dedicata a loro.
Tra le varie iniziative a loro favore ne emerge una davvero particolare: un artista di Cattolica, il celebre Franco Ariano ha creato una vera e propria opera d’arte… in un solo giorno.
Lo abbiamo interpellato e ci ha raccontato la sua storia:
“Circa sei mesi fa un antiquario di 87 anni mi ha regalato una tela del '400 raffigurante un angelo. Mi ha detto: te la regalo perchè so che ne farai qualcosa di buono".
Ho ringraziato, ma l'ho lasciata nel mio atelier per sei mesi.
La tela era arrotolata su se stessa ed aveva pezzi di pittura cadenti.
Sentivo le sue vibrazioni anche di notte ed anche se era ad oltre 10 km da dove io dormivo.
Quando ho visto le immagini dell'alluvione in Emilia Romagna ho sentito un mix di sentimenti, felicità egoista per non essere stato colpito dalla catastrofe, superata da profonda tristezza per la sorte dei miei "vicini" di casa.
Nella notte del 23 maggio 2023 ho avuto l'ennesima illuminazione.
Quell'angelo sarebbe diventato parte della mia Ritrografia n.29, intitolata proprio “Gli Angeli del fango”.
Il 24 maggio 2023, solo dopo ho scoperto che fu proclamata giornata di lutto nazionale, mi sono recato con mio babbo tra Lugo e Ravenna. Ho visto un mare d'acqua e fango dove in realtà doveva esserci un campo di mais.
Ho scaricato la Ritrografia dal mio camion e l'ho incorniciata con il fango prelevato direttamente da quel mare.
In tre ore era tutto fatto. Un particolare significativo fu il fatto che almeno 60 persone con le case allagate vennero a vedere cosa facevamo e ci hanno detto: bellissima, avete bisogno di aiuto?
Ognuno aiuta e ricorda a modo suo e questo è il mio modo: omaggiando i morti e “Gli Angeli del fango” che da Firenze 1966 al 2023 in Emilia Romagna, si sono succeduti, pensando anche ai prossimi protagonisti dei sicuri eventi catastrofali.
Perchè hai usato il plurale se nella Ritrografia c'è solo un angelo?
Perchè "UNO VALE per tutti GLI ANGELI DEL FANGO".