"Caro Diario, la notizia della settimana è la camera d’hotel a 10€ a notte, segnalata dal sempre attento Mauro Santinato.
Ricordo ancora la polemica di qualche anno fa sul prezzo di una camera a 24€, considerata allora irricevibile ma che con il tempo è stata normalizzata, abituandoci in fretta anche a cifre molto più basse. La differenza oggi l’ha fatto lo scoglio mentale dei 10€, un’offesa all’imprenditoria sana, che è stata giustificata con un errore di inserimento nel portale, ma che ha avuto il merito di riportare l’attenzione sulla salute del nostro turismo. Una città evidentemente in ginocchio, dove molte strutture non sono sul mercato per fini imprenditoriali ma appaiono come evidenti paraventi per attività illegali. Sono a cadenza settimanali le notizie di indagini, confische e azioni penali sul nostro territorio che riguardano associazioni mafiose che operano e prosperano nel nostro comune. Nonostante queste notizie, una parte della politica nega l’esistenza di questa problematica, relegandola ad una inevitabile ma comunque marginale infiltrazione del tessuto economico, indispettendosi e marchiando come nemico del popolo chi ne parla.
Mi sorge la domanda se la colpa è tutta della politica o esiste una responsabilità dei cittadini? Perché è piuttosto chiaro che la politica ha spesso intrecciato rapporti discutibili con personaggi di dubbio gusto, però oggi è evidente come il livello di corruzione morale sia soprattutto nella società civile, pronta a seguire un guadagno personale a discapito del bene collettivo. Tutto legittimo, per carità. Ognuno in casa sua fa i conti con la sua coscienza e il suo portafoglio. La politica ha poco potere quando i privati affittano e vendono locali ed hotel a persone che sono evidentemente non competenti a gestire quelle strutture. Perché gli acquirenti sono spesso persone e imprese che non hanno uno storico, non hanno una progettualità ma portano tanti soldi, in contanti o con provenienza incerta.
La crisi del nostro modello turistico ha creato queste situazioni e queste situazioni alimentano la crisi del nostro modello turistico. Alla politica, su tutti i livelli sia locale che nazionale, spetta il compito di controllare, con gli strumenti che ha a disposizione, la legittimità di queste operazioni. Invece preferisce nella migliore delle ipotesi girarsi dall’altra parte, mentre in alcuni casi è evidente una sorta di regia che guida il cambiamento della nostra città, imbeccando imprenditori e speculatori su affari sicuri ma ancora non di pubblico dominio.
Caro Diario, è passato un altro inverno senza una linea politica chiara sul destino della città turistica, che ormai agonizza tra incertezza e rassegnazione, senza una guida che possa proporre un orizzonte di ampio respiro. Un inverno passato a parlare di case in cambio di hotel, del miracoloso PUG che verrà, di viaggia organizzati con l’est Europa low cost. Ma la realtà dei fatti è che ci sono stati numerosi passaggi di mano di hotel e negozi, soprattutto in prima linea, che non hanno portato a nessuna riqualificazione ma ad un aumento del degrado visivo e qualitativo della nostra offerta turistica.
A Viserbella la gestione di un hotel è stata rilevata da una società che sembra voglia utilizzarlo come ristorante aperto anche a ospiti esterni alla struttura, con grafiche diciamo appariscenti e prezzi super economici.
Ma se l’offerta dei nostri territori diventa questa, standardizzata al ribasso dove l’unica discriminante è il prezzo basso, dove vogliamo andare?"
Stefano Benaglia