Le diseguaglianze di genere trovano la loro conferma più esplicita nel gap salariale e occupazionale tra uomini e donne. Il finanziamento di 42 nuovi progetti (per un totale di 1,5 milioni di euro) per favorire l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro e rafforzare le reti di welfare aziendale pone ancora l’Emilia Romagna tra le regioni virtuose nell’approccio alle diseguaglianze economiche. La nuova misura, come ricordato dall’assessora Lori, porta a circa 4 milioni in tre anni il contributo regionale finalizzato a promuovere la parità di genere in campo economico.
I soldi stanziati serviranno a finanziari progetti pubblici e privati a favore dell’autoimpiego e dell’autoimprenditorialità femminile, passando per tirocini formativi e iniziative volte a promuovere la certificazione della parità di genere nelle piccole e medie imprese del territorio, nonché per lo sviluppo di modelli di conciliazione vita-lavoro.
In provincia di Rimini ricadranno fondi per un totale di 158mila euro. “Un passo in controtendenza questo - commenta Emma Petitti, presidente dell’Assemblea della Regione Emilia-Romagna - per un mercato del lavoro in sofferenza”. “Nonostante l’Emilia-Romagna abbia un tasso di occupazione femminile superiore alla media nazionale (n.d.r. il 63,4% contro il 51,1%) c’è ancora molto da fare per ridurre il “gender Pay gap” e per far si che sempre più donne siano in grado di accedere al lavoro ed alle misure conciliative.”
“Il recente studio del Centro per l’Impiego di Rimini, che ha evidenziato l’aumento dell’uso dei contratti a tempo indeterminato a scapito di lavori stabili, ci indica quanto sia importante supportare iniziative che rendano più semplice l’accesso al lavoro ed al welfare aziendale per tutte le categorie, ma in particolare per le donne.”