Gli capita spesso. Ogni volta che presenta un’interrogazione in Consiglio comunale su un tema, definiamolo così, delicato ecco che puntualmente si ritrova con una minaccia di querela. Stavolta lo denuncia pubblicamente Marzio Pecci (nella foto), capogruppo consiliare della Lega, a proposito di un’interrogazione con tema il Talassoterapico e la Novarese.
“Purtroppo – commenta il leghista - ogni volta che in Consiglio ho chiesto e/o interrogato il Sindaco su alcuni appalti, progetti o delibere ho ricevuto come prima risposta la minaccia di querela. E' accaduto su Aeradria, su Aquarena, sul Tecnopolo … i cittadini sanno come è finita in questi casi: Sindaco, Presidenti, Dirigenti, impiegati e faccendieri tutti sono finiti indagati e, spesso, a processo avanti i Giudici del Tribunale di Rimini. Anche ieri sera l'assessore Brasini, sulla Novarese, non si è sottratto a questa pessima abitudine e con l'arroganza scostumata che gli è propria (parole di cui lo stesso Pecci si assume evidentemente ogni responsabilità, ndr) ha pronunciato verso il sottoscritto, forse, l'ultima minaccia della legislatura. Interrogato sulle vicende del fallimento del Polo del benessere di Miramare, cercando di intimorirmi, ha dichiarato, “pubblicamente”, di avere trasmesso la mia interrogazione all'Ufficio Legale del comune per valutare la sussistenza delle condizioni di procedere nei miei confronti con una querela per quanto espresso nella interrogazione stessa. L'assessore Brasini, purtroppo, da ignorante, nel senso che ignora, non sa che la sua minaccia di querelare, proferita nel dibattito solenne del consiglio comunale, costituisce reato di estorsione nei confronti del sottoscritto. Lungi da me l'idea di ricorrere alla Giustizia per tutelare la mia attività politica, però il mio diritto, e quindi quello dei cittadini che rappresento, di conoscere la correttezza degli iter procedurali di una delibera e/o di un provvedimento amministrativo non può in alcun modo essere calpestato da nessuno, neppure da Brasini. La risposta all’interrogazione dell’Assessore è stata confusa, evasiva, imbarazzante ed insoddisfacente è per questo è stata richiesta la risposta scritta ed urgente. Vedremo se avrà il “coraggio” di ripetere anche per iscritto la minaccia di querela ed essere esaustivo nelle risposte alle domande dell’interrogazione. Perdonatemi la questione personale – conclude Pecci - ma cinque anni di minacce di querela, ogni volta che si tocca un argomento non del tutto chiaro, meritano la censura di ogni persona perbene”.