"Che la Lega a Rimini conti quanto il due di coppe quando si gioca a pallanuoto era già plasticamente evidente con le candidature alle ultime regionali. Pecci escluso, Zoccarato silente, tutto il resto snobbato, Galli emarginato e via libera al carneade d’oltreconfine Montevecchi. Tra Parlamento e Regione, la Lega del Comune capoluogo ha numero 0 (zero) di suoi rappresentanti. E sin qui si potrebbe parlare di scarsa fiducia dei salviniani nella propria classe dirigente, residente all’ombra dell’Arco d’Augusto.
Ma nelle ultime settimane sono giunte due conferme, anzi due veri e propri ceffoni, che dimostrano come, nei fatti, la Lega di Rimini sia commissariata dal forlivese Jacopo Morrone e dalla riccionese Renata Tosi, che imperversano in spazi non loro, nel mutismo (qualcuno dice rabbioso) dei leghisti riminesi. Prima ci ha pensata la sindaca con la proposta (esilarante) di trasformare la caserma ‘Giulio Cesare’ di Rimini in un ospedale Covid. Poi il dinamismo di Morrone (e non solo lui) nel fregiare l’aeroporto di Forlì del titolo di ‘scalo di interesse nazionale’, in una assenza totale di discorso e di relazione con il ‘Fellini’ di Rimini. Tre indizi fanno ben più di una prova. C'è una strategia nazionale, con ogni evidenza, per cui la Lega mira deliberatamente a punire la città e la comunità di Rimini con proposte e scelte vendicative, reazione alle sonore batoste elettorali prese da queste parti. E queste scorribande contro la città di Rimini sono permesse dal silenzio di partito della Lega riminese, costantemente bypassata e zittita.
Morrone e Tosi bevono il caffè…a pagare pensano Pecci, Zoccarato, Galli. Evidentemente felici e silenti di essere sovrastati da altri, in completo scorno degli interessi della città in cui loro vivono e fanno politica.
Filippo Sacchetti segretario provinciale Pd