I Carabinieri della Compagnia di Breno in provincia di Brescia (Val Camonica) hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, il giorno 11 settembre. Il provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Brescia, Federica Brugnara, ovviamente su richiesta della locale Procura della Repubblica nella persona della Giudice Benedetta Callea, riguarda tre persone. Nell'ordine: si tratta di Sara Duè, 40 anni, riminese, ma residente a Bologna, esperta di sciamanesimo. Flavia Piccioni, 39 anni di Terni, e Yuri Tassinari, 46 anni di Ferrara. I reati contestati a vario titolo ed in concorso tra loro, come presunti responsabili di tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo di professione, truffa e lesioni personali. I fatti. Due coniugi avevano sporto denuncia alla locale stazione Carabinieri di Breno, in quanto a causa di un grave tumore del quale era afflitto il figlio di appena 2 anni, dal mese di giugno al mese di novembre 2023, si erano affidati alle terapia di un medico "sedicente" per sottoporre il fanciullo a terapie alternative, che vennero somministrate al minore in cambio di un corrispettivo in denaro pari a 1.650, euro. Come emerso dall’inchiesta dei Carabinieri, oltre che dai servizi televisivi di Striscia la Notizia, la cura alternativa venne effettuata attraverso un macchinario chiamato "SCIO" (Scientific Consciousness Interface Operations), di produzione U.S.A. Un congegno basato sulla fisica quantistica e sull’utilizzo di campi magnetici. Un metodo che però non sortì effetti, tanto che il bambini riprese i protocolli delle cure convenzionali.
La vicenda è stata narrata in varie puntate su "Striscia La Notizia" a Canale 5, dove furono resi pubblici i particolari della storia, mandati in onda diversi contradditori tra la giornalista e la stessa Duè. All’inviata Chiara Squaglia, Sara Duè si era però difesa dalle accuse sostenendo di non aver mai consigliato il figlio della donna ad interrompere le cure tradizionali, di non aver svolto alcun trattamento e di aver semplicemente affiancato l’uomo in qualità di consulente. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, condotte dai carabinieri di Breno, Sara Duè avrebbe chiesto ai genitori del piccolo di ritrattare quanto raccontato in televisione. Non solo: avrebbe minacciato di sporgere denuncia per diffamazione, se non avessero effettuato un bonifico da 10 mila euro.