La Corte d'Appello di Bologna è stata meno tenera della sentenza di primo grado. Edi Zegarac, un 54enne originario dell'ex Jugoslavia, nel gennaio del 2022 aveva commesso con un bilanciere un danno mortale, sfondando la testa a un vicino di roulotte. Il morto si chiamava Nicola Donadio, veniva da Potenza e viveva a pochi metri di distanza da chi lo ha colpito a morte. Il luogo del fatto Misano Adriatico. I due stavano discutendo per un vecchio fatto di giustizia. Ad un certo momento Edi Zegarac arrabbiatissimo per la vicenda, commise il delitto per cui è stato condannato. Donadio morì per le lesioni al cranio. Circa 12 mesi fa, la Corte d’Assise di Rimini presieduta da Fiorella Casadei, aveva condannato lo Sloveno a 15 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a 4 anni di libertà vigilata. Questo in virtù del fatto che l'Assise riminese accolse la tesi difensiva, secondo la quale non si dovevano riconoscere aggravanti. Questo anche per via della riforma Cartabia, ma sopratutto per la richiesta di giudizio abbreviato dell’imputato. Quindi in prima istanza a Zegarac venne applicato il beneficio dello sconto di pena.
I congiunti del defunto, anche parti civile nel procedimento, impugnarono questa sentanza. Così fece pure il sostituto procuratore di Rimini Davide Ercolani che nel corso del primo processo, aveva pure contestato le aggravanti di futili motivi e della minorata difesa. Nella propria rivisitazione la Corte d’appello di Bologna ha riconosciuto la sussistenza dei futili motivi e la minorata difesa, ma ha pure eliminato lo sconto di pena ricevuto in primo grado. Questo era stato accordato grazie al il rito abbreviato richiesto. Edi Zegarac alla fine del secondo procedimento è stato condannato a 23 anni. Ora sicuramente la palla per il terzo e definitivo grado di giudizio, passerà ai togati della Corte di Cassazione.