"Caro Diario, tre fatti e una considerazione delle ultime settimane.
Week end di Pasqua: come ogni anno sono apparsi i dati straordinari sulle prenotazioni. Sembrava che anche quest’anno si preannunciasse un nuovo successo, con un inizio spumeggiante di un’estate da ricordare. Ovviamente era tutto sulla carta e non lo sapremo mai visto che a causa del maltempo molte prenotazioni sono state disdette. Così, almeno per questa volta, possiamo dare la colpa al tempo e non allo stato della nostra città. Credo comunque che il problema rimanga sempre il solito: ci si ferma ad analizzare solo il dato numerico delle presenze, trascurando il valore economico delle stesse, piegando i numeri alla logica del “va tutto bene” tanto cara ai governanti. Eppure basterebbe uscire di casa per scontrarsi con una realtà che sta mostrando la sua faccia peggiore. Il nostro tessuto sociale si sta sgretolando sotto i colpi della globalizzazione, con un’omologazione dell’offerta turistica che sta rendendo la riviera una macchietta di quello che fu il suo genuino, anche se a volte rustico, passato. Da troppi anni viviamo di annunci entusiasmanti a fronte di un consuntivo in lacrime.
Andrea Gnassi consulente della Renco. La voce era in giro da parecchio tempo, ma mai confermata dai giornali. Quello che mi stupisce è il generale silenzio di tutto il partito su questa storia. L’uomo che è stato, o forse lo è ancora, il più influente della città viene pagato da un’azienda di costruzioni che a Rimini ha costruito tantissimo, tra le altre cose la Corderia a Viserba con lo scempio del Mulino fatto cadere in miseria. Pensare che era diventato sindaco con la battaglia sulla fine del consumo di suolo a Rimini, impazzando su LaRepubblica nel Marzo del 2013 con un’intervista arrembante in cui dichiarava:
“Nel tortuoso passaggio da piano regolatore a piano strutturale e masterplan, l’amministrazione comunale di Rimini sta tentando di fermare il milione e 200mila metri quadrati di nuove richieste di ‘capacità edificatoria’ avanzate con le osservazioni. [..] Dubbi affioranti in maggioranza causa intimidazioni legali dei costruttori, una denuncia per abuso d’ufficio nei miei confronti, la pressione ormai insostenibile di chi ti sbatte in faccia anche i drammi occupazionali per giustificare la resa alle antiche consuetudini. Da parte mia andrò fino in fondo, sino alle estreme conseguenze, legali e politiche. Non mi troverei a mio agio nella parte di chi, come il mio collega di Parma, dopo una campagna elettorale fiammeggiante ha alzato le mani davanti all’inceneritore acceso, dicendo “non potevo fare altro”.
Forse quelle dichiarazioni sono peccati di gioventù. E poi, come ho già scritto altre volte, i soldi non puzzano. Mai.
Forum Urbani. Aperte le iscrizioni di questo nuovo e mai visto strumento di partecipazione, tutto da provare. Come sai Caro Diario sono sempre stato a favore di questo nuovo strumento, anche se necessita in maniera indubbia di migliorie importanti e accorgimenti tecnici. C’è una parte di politica che guarda con nostalgia ai vecchi quartieri, ma sono sempre gli stessi che fanno della Nostalgia il loro credo politico. Tempi moderni richiedono risposte moderne. La qualità dei forum sarà direttamente proporzionale all’impegno delle persone che lo comporranno. Per i partiti, i comitati, le associazioni e i cittadini sarà un vero banco di prova sul radicamento nel territorio e la capacità di proposta. Poter passare dalla protesta alla costruzione credo sia un passo importante per la nostra città dopo tanti anni di mancanza di strumenti di ascolto.
Considerazione finale. Caro Diario, in questi tempi incerti senza un apparente futuro servirebbe una classe politica autorevole e una partecipazione popolare attiva a propositiva. Invece ci troviamo immersi in una realtà che è l’esatto contrario. Forse non siamo ancora al rischio democratico, ma il disgusto dei cittadini verso la politica aumenta l’individualismo della nostra società, allontanando sempre di più il concetto di comunità. Per invertire la rotta ci vorrebbe un nuovo patto sociale tra cittadini e istituzioni, tra politica ed elettori. Il pericolo, di giorno in giorno sempre più elevato, è quello di associare con molta facilità alla classe politica il concetto di dubbia moralità".
Stefano Benaglia