I Finanzieri del Comando Provinciale hanno dato esecuzione ad un decreto di confisca, in applicazione della normativa antimafia, di 9 fabbricati e 44 terreni ubicati nelle province di Rimini e Pesaro-Urbino, 6 società con sede legale in Rimini e provincia, operanti nei settori della costruzione di edifici residenziali e non residenziali, commercio al dettaglio di materiali da costruzione, fabbricazione di computer e unità periferiche, disponibilità finanziarie per 210mila euro e crediti per oltre un milione e 400 mila euro derivanti da lavori eseguiti usufruendo del c.d. bonus 110% per un valore complessivo stimato di oltre 12 milioni di euro nei confronti di un italiano stabilmente dimorante da diversi anni nella provincia di Rimini.
Il provvedimento è stato emesso su proposta della Procura della Repubblica di Rimini dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo emiliano che, in considerazione del profilo criminale, dell’esiguità dei redditi dichiarati e dell’evidente sproporzione rispetto al patrimonio, nel tempo, acquisito, ha ritenuto che il soggetto, considerato socialmente pericoloso, per il tenore di vita sostenuto, potesse vivere abitualmente con i proventi di attività delittuose.
Il destinatario delle misure, infatti, è stato più volte condannato, anche con sentenze passate in giudicato, per lesioni personali colpose, calunnia, bancarotta fraudolenta, falso ideologico ed annovera carichi pendenti per dichiarazione fraudolenta, emissione ed utilizzo di fatture false, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori.
Dal punto di vista patrimoniale, la puntuale ricostruzione, effettuata dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini anche attraverso mirate indagini finanziarie, ha permesso di acquisire elementi in ordine alla disponibilità, da parte del citato soggetto, di beni immobili disponibilità finanziarie ed aziende, di valore sproporzionato al reddito dichiarato e all'attività economica svolta.
I beni sono stati affidati in custodia ad un Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale felsineo.
Il sequestro in questo caso, assume un valore anche “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità.