Ora è una comunità di accoglienza e i servizi sociali si occupano di lui. Ma per questo ragazzino di 13 anni di origini tunisine, la prima parte di vita è stata un vero e proprio inferno. Approdato dopo una lunga traversata dal paese di origine, su un gommone che ha solcato mezzo Mediterraneo, il minore era finalmente giunto alla terra promessa: l'Italia. Fatto scalo a Lampedusa, circa un anno orsono, accompagnato dal padre, il giovane ha cominciato a subire dal genitore le peggiori angherie. Botte, umiliazioni, insulti: il menù della giornata che il genitore propinava al figlio. Una sera troppo stanco di essere maltrattato il 13enne vagava nei pressi della stazione ferroviaria di Rimini. In quel luogo gli uomini dell'esercito, impegnati nel servizio di Strade Sicure lo hanno scorto. Alla vista dei militari un piccolo uomo completamente scalzo, pieno di echimosi in ogni parte del corpo. Lo stesso riferì alle forze dell'ordine quelle storie di "non ordinaria" quotidianità. Il padre costringeva lo stesso ad una clausura che durava anche parecchi giorni all'interno della camera di albergo dove i due alloggiavano. Il tutto alternato alla rabbia del genitore, che probabilmente sfogava le proprie frustazioni manesche sulla creatura. L'uomo proibiva al primogenito anche di andare a scuola. Complice l’abuso di alcol, il genitore perdeva il controllo per nulla, diventando violento. “Sei uno str…o, sei un asino”, gli urlava. E poi ancora botte. La madre era rimasta in Tunisia e gli unici contatti che aveva con il figlio attraverso videochiamate, durante le quali il minore usava dei segni in codice per farle capire come si comportava il padre. Un giorno era persino accaduto che il 36enne, davanti al minore, brandisse un coltello per minacciare un connazionale che voleva entrare in camera per controllare le condizioni dell'amico.
Poi è arrivata un briciolo di giustizia umana per questo povero figlio. Ora il padre sarà processato davanti al tribunale collegiale di Rimini per maltrattamenti in famiglia. Al figlio viene data una speranza. Quella di ricostruirsi una vita lontano da chi non gli voleva bene, pur mettendolo al mondo e sperare in un futuro davvero migliore, rispetto ad un passato difficile da dimenticare.