La Procura della Repubblica di Rimini ha in mano nuovi importanti elementi sul caso di Pierina Paganelli e li presenterà ai giudici del Riesame di Bologna. La squadra mobile, infatti, avrebbe trovato la t-shirt che potrebbe aver indossato il presunto killer la sera dell'omicidio.
Questa mattina si è tenuta l'udienza a carico di Louis Dassilva, il 34enne senegalese in carcere dal 16 luglio per l'omicidio della 78enne testimone di Geova uccisa il 3 ottobre 2023 nel garage di casa. Presenti il sostituto procuratore, Daniele Paci, che ha coordinato le indagini della squadra mobile, diretta dal commissario capo Marco Masia, e i legali di Dassilva, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che si sono avvalsi della consulenza della psicologa forense Roberta Bruzzone. Davanti ai giudici chiamati a decidere se sussistono o meno i motivi per la carcerazione preventiva del 34enne, la Procura di Rimini ha presentato una relazione preliminare in cui si esplicitano alcuni elementi (che poi si preciseranno in una relazione finale) sui cellulari di Dassilva e sui contatti di questo con Manuela Bianchi, la nuora di Pierina con cui il senegalese aveva una relazione sentimentale. Gli inquirenti hanno sottolineato come la relazione tra due fosse continuata anche dopo l'omicidio addirittura fino a 10 giorni prima che Dassilva fosse arrestato a testimoniare un forte legame sentimentale dell'uomo nei confronti della nuora.
Gli investigatori della Mobile infatti lo avrebbero intercettato il 7 luglio lasciare davanti alla porta del proprio garage in via del Ciclamino, a pochi passi da dove la donna è stata uccisa, una bottiglia di vino vuota. La stessa bottiglia di vino che Louis e Manuela avrebbero consumato in un incontro clandestino. La bottiglia vuota Louis l'avrebbe lasciata appoggiata a terra davanti alla porta del garage per un giorno intero nel posto dove era sicuro che Manuela l'avrebbe vista. Poi l'aveva riposta nuovamente nel suo box.