Elisabetta Govoni, conosciuta da tutti con il nome di Luciana e dal bellissimo sorriso dolce e affettuoso, il 29 gennaio ha spento cento candeline. A festeggiare lo straordinario traguardo dei cento anni c’erano tutti i suoi parenti, alcuni arrivati anche dal lontano Brasile, e tanti amici e conoscenti che ne hanno conosciuto e apprezzato la gentilezza e la disponibilità. L’assessora ai Servizi sociali e alla Famiglia del Comune di Riccione, Marina Zoffoli, ha portato il saluto della città e dell’amministrazione comunale.
Nonna Luciana, nata a Cento di Ferrara il 29 gennaio del 1924, è una signora dolce e gentilissima, con tanta voglia di raccontare di sé e condividere con gli altri le sue esperienze che l’hanno portata dall’Italia al Sud America e poi a Riccione. Luciana ha tre fratelli: Giovanni, Luciano e Angiolino. Nel 1948 emigra in Argentina a Buenos Aires insieme al fratello più grande. Si mantiene cucendo le coppe per i reggiseni dei costumi da bagno. Con il fratello apre un negozio di alimentari, il “Panaderia la bonita”. Nel 1950 arrivano anche la madre e gli altri due fratelli. Tornata in Italia sposa Alvaro Stiatti, un giovane toscano di Montevarchi. Hanno due figli, Sergio e Sandro. In viale Gramsci aprono un negozio di abbigliamento, il “Babilonia”. Successivamente aprono il noto negozio di maglieria “Da Alvaro” sotto la galleria dell’Hotel Mediterraneo di Riccione. La tradizione è portata avanti dai figli che gestiscono un banco al mercato di maglieria. Come la mamma, sono conosciuti per la loro grande disponibilità e cortesia con la clientela. Dopo la scomparsa del fratello Sandro due anni fa, Sergio continua l’attività di famiglia.
“E' stato davvero un grande piacere personale portare alla signora Luciana gli auguri, l'affetto e la riconoscenza della città di Riccione ― sostiene l’assessora Marina Zoffoli ― Una festa speciale in occasione di un traguardo straordinario per una donna che, come tanti riccionesi della sua generazione, ha contribuito con sacrificio, disponibilità e cortesia a fare grande la nostra città”.