Ci sono 9 indagati per estorsione, riciclaggio e intestazione fittizia a prestanome di strutture ricettive. Nel mirino della Mobile hotel di Rimini, San Mauro e Chianciano. Gli indagati sarebbero per la maggior parte calabresi, originari del cosentino, attivi in Riviera.
"Desidero ringraziare - commenta il sindaco di Rimini Andrea Gnassi - il signor questore Maurizio Improta, la Polizia di Stato e la Procura per le indagini in ordine all'infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico riminese. A questo pubblico ringraziamento va aggiunta una riflessione. È vero che le indagini si concentrano su pochi e specifici casi, ma questo non significa ridurre tutto al 'poche mele marce'. Come Comune, in questi anni, non abbiamo mai volutamente minimizzare i rischi di un fenomeno mondiale, italiano e dunque riminese, particolarmente insidioso in una realtà come la nostra dalle evidenti peculiarità economiche e territoriali. Se in passato c'è stato chi preferiva non parlare del fenomeno per malinteso 'ragion turistica di stato', noi abbiamo all'opposto cercato di imporre il problema nel dibattito pubblico, contribuendo anche all'istituzione di luoghi e occasioni di studio, confronto, analisi, contrasto culturale e concreto. In questo senso mi allineo in pieno con le dichiarazioni del presidente degli albergatori Patrizia Rinaldis che insiste sul fatto che il problema è più vasto e dunque la sensibilizzazione al contrasto debba coinvolgere professionisti e ordini. Ci sono precondizioni su cui poi la criminalità si inserisce ed è su queste precondizioni che ogni pezzo del sistema locale deve essere responsabile, cercando stavolta di fare quadrato".