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Cronaca 10:00 | 09/10/2017 - Rimini

Le classifiche della criminalità condannano ancora la provincia di Rimini

Stavolta sono arrivate abbondantemente in anticipo rispetto al consueto periodo di fine anno o di inizio di quello successivo. Il Sole 24 Ore ha raccolto in due pagine le classifiche sulla criminalità in Italia suddivise per provincia. Solito trend per Rimini che si piazza al secondo posto della classifica generale dietro solo a Milano. Il dato generale, che riguarda 10O province italiane, è il regresso della criminalità stessa (solo Prato, La Spezia, Grosseto, Bolzano, Avellino e Crotone vedono invece l’aumento del dato) che non basta però per togliere la nostra provincia dal podio: secondo posto con 7.203,8 reati ogni 100mila abitanti (-7,2% rispetto al 2016, peggio però del dato complessivo in Italia che registra un calo del 7,4%). 
Immediate le fanfare di Corso d’Augusto con il presidente Gnassi subito sceso in campo per giubilare la diminuzione dei reati ricordando sempre che questo tipo di classifiche non tiene conto, almeno per noi, dell’elevata densità di presenze nel periodo estivo (allora le province della Versilia? Della Puglia con il Gargano? Del Salento? Della Sicilia? Della Sardegna?). Al posto del primo cittadino riminese ci saremmo limitati ad elogiare il grandissimo lavoro che le forze dell’ordine hanno svolto nel 2016 a dispetto di ristrettezze di organico e di limiti di legge che spesso lasciano tutti increduli. In provincia di Ravenna (dove pure ci sono Cervia e Milano Marittima), giusto per fare un paragone romagnolo, il calo è del 18,3%, a Forlì Cesena (dove ci sono Cesenatico e Lido di Savio) del 14,3%. Quindi l’esaltazione della minore incidenza della malavita nella provincia di Rimini va certamente ammortizzata nell’ottica dei dati appena forniti.
Ma veniamo alle singole classifiche: Rimini è la peggiore provincia in Italia per furti totali e borseggi. “Eccelle”anche in furti negli esercizi commerciali (terza peggiore), in estorsioni (nona peggiore con dato in crescita del 4%), in rapine (quinto posto) e in scippi (nono).
I dati sono questi ed ognuno può leggerli come meglio crede. Con l’ottimismo del presidente Gnassi, felice della diminuzione dei reati, o con la preoccupazione della gente comune che vede la provincia in cui vive ai vertici della criminalità in Italia.