La grande insegna sul negozio lo riporta a chiare lettere: Claudio Calzature dal 1963 e da oggi l’attività aperta in viale Ceccarini 134 a Riccione ha ricevuto grazie alla sua longevità la targa di “Bottega Storica”.
La grande insegna sul negozio lo riporta a chiare lettere: Claudio Calzature dal 1963 e da oggi l’attività aperta in viale Ceccarini 134 a Riccione ha ricevuto grazie alla sua longevità la targa di “Bottega Storica”.
Da oggi il negozio risulta infatti iscritto nell’Albo delle Botteghe Storiche del Comune di Riccione. In mattinata la titolare, insieme a tutta la famiglia ha ricevuto la visita della sindaca di Riccione Daniela Angelini e del presidente della Confesercenti provinciale Fabrizio Vagnini per la cerimonia di affissione della targa di “Bottega Storica dell’Emilia-Romagna”. A ritirare la targa oltre all’attuale titolare Francesca Marcaccini anche la mamma Maria Giuseppina Muratori che aveva aperto l’attività assieme al marito Claudio Marcaccini al quale il negozio è stato intitolato.
“Siamo molto orgogliosi di ricevere questo riconoscimento che va soprattutto al lavoro di mia mamma che ha fatto crescere l’attività negli anni. – ha raccontato Francesca Marcaccini - E’ stata una bravissima imprenditrice e ha saputo conciliare, come facevano le nostre mamme e nonne, l’attività nel negozio con la vita familiare. Non esistevano baby sitter, nostra mamma ci portava con lei al lavoro. Con mia sorella Cristina spesso ricordiamo di quando da bambine giocavamo nella vetrina del negozio. Un successo, inoltre, dovuto alla scelta della nostra famiglia di privilegiare la qualità delle scarpe e degli accessori, tutti di fabbricazione di piccole aziende artigianali italiane”.
“Claudio Calzature è una istituzione della nostra città – ha commentato la sindaca Daniela Angelini – Una realtà molto apprezzata dai riccionesi e dai turisti. Punto di riferimento importante per coloro che fin dall’apertura cercavano prodotti di qualità nelle calzature e negli accessori. Per Riccione Claudio Calzature negli anni 70 era uno dei pochi negozi sopra la ferrovia aperti sempre anche nei giorni festivi. Una attività che si tramanda da generazioni a cui va il merito di saper passare il testimone di attività dai genitori ai figli..Conosco la famiglia e conosco la passione e la professionalità che viene messa nell’attività ancora oggi. Un negozio quello che è rimasto sempre nella stessa sede ma che ha saputo innovarsi, attraversando anche momenti non facili come la recente pandemia e ha saputo interpretare le trasformazioni della città. Continuo inoltre a pensare che sia importante dare un riconoscimento a queste attività che operano da tanti anni a Riccione: sono da stimolo per la vitalità economica della città e per la memoria storica di Riccione e dei riccionesi”.
Fabrizio Vagnini, presidente di Confesercenti Riccione: “Come Confesercenti siamo particolarmente orgogliosi di avere tra i nostri associati un’azienda come Claudio Calzature, un negozio che da tre generazioni porta avanti la tradizione del commercio di calzature artigianali italiane, comunque restando sempre al passo con i tempi. La passione che Francesca mette nel suo lavoro rappresenta il valore aggiunto di questo tipo di botteghe che una volta caratterizzavano Riccione e, in particolare, viale Ceccarini. Dobbiamo cercare di recuperare la vocazione di Riccione come città della moda e dei trend e viale Ceccarini come il viale dell’abbigliamento di qualità e made in Italy. Vediamo quindi con favore le iniziative come quella delle “botteghe storiche” che dimostrano una vicinanza dell’amministrazione a questo tipo di imprese. È importante anche sottolineare, però, come le difficoltà del commercio nascano da problemi strutturali come la concorrenza dell’online e della fast fashion e dei grandi gruppi che cannibalizzano il settore. Per questo sono necessari interventi a livello locale e nazionale volti a sostenere il commercio di prossimità che, come Confesercenti, riteniamo sia una componente fondamentale non solo per il tessuto economico, ma anche per il tessuto sociale delle comunità all’interno delle quali operano queste imprese.”