L’occupazione continua a rafforzarsi: secondo i dati Istat nel quarto trimestre 2023 si registra un aumento di 481 mila occupati nell’anno, e anche gli autonomi segnano un lieve recupero (+51mila unità, l’1% in più), tornando sopra la soglia dei 5 milioni. Un consolidamento positivo, su cui però influiscono anche fattori demografici: a trainare la ripresa, infatti, sono soprattutto i lavoratori over 50.
“La crescita del numero di lavoratori è certamente un fatto positivo: l’aumento degli occupati è un elemento chiave, in questa fase, per sostenere il reddito delle famiglie e, quindi, i consumi – osserva Fabrizio Vagnini, presidente Confesercenti provinciale Rimini -. Bisogna però agire per moderare il progressivo invecchiamento della forza lavoro. Dobbiamo contrastare questa tendenza con strumenti ed agevolazioni che favoriscano l’assunzione di giovani, magari proseguendo in prospettiva con la staffetta generazionale a fronte di pensionamenti anticipati. Così come servono misure mirate a rinforzare il sistema di formazione e delle politiche attive, insieme ad una formazione mirata per l’avvio di nuove imprese: il calo di giovani nel lavoro autonomo è segno che non riescono più a fare impresa. Un dato che non può che preoccupare”.
In particolare nell’ultimo anno il tasso di occupazione degli individui sopra i 50 anni è cresciuto a quasi il doppio della velocità delle altre classi d’età (+2 punti rispetto ai +1,2 punti dei 35-49enni e dei giovani tra 15 e 34 anni).
Nel complesso questo invecchiamento è dovuto, da un lato, al progressivo passaggio, per ragioni anagrafiche, delle generazioni dei baby boomers degli anni 60 all’ultima classe di età, quella che comprende gli individui con più di 50 anni, avvenuta tra l’altro in un contesto in cui le condizioni per l’accesso al pensionamento si sono inasprite, ma anche per la situazione demografica, che vede essersi fortemente ridotto il tasso di natalità negli ultimi 40 anni.