Nel momento in cui la mente e le giornate di migliaia di bambini, ragazzi e giovani tornano a riempirsi di impegni, pensieri e desideri per l’apertura dell’Anno Scolastico 2021/22, il Vescovo di Rimini rivolge un pensiero particolare per tutti loro, in un appuntamento tradizionale che mons. Lambiasi ha molto a cuore. Ogni anno l’inizio della scuola è nuovo e inedito, perché cambiano le persone, cambia la scuola, cambia la realtà in cui si vive. Il vescovo Francesco Lambiasi più che soffermarsi sui problemi e i ritardi che affliggono il sistema scolastico (evidenti anche in questo frangente caratterizzato dall’emergenza Covid), ritiene che la prima campanella sia un’occasione propizia.
Nella Lettera agli studenti, diffusa anche attraverso i social, gli insegnanti, gli strumenti della Pastorale scolastica, il Vescovo Francesco si rivolge direttamente agli studenti. A loro confessa la trepidazione e la gioia che prova per questo nuovo inizio. A loro il Vescovo Francesco invia un grazie per quanto hanno saputo mettere in campo durante la crisi. “In più d’una occasione siete stati pungolo per noi adulti”. C’è una crisi ancora da affrontare. Crisi, però, è parola dai molti significati, “e fra questi vi è anche quello di trasformazione, di opportunità per un rinnovamento profondo”. Mons. Lambiasi cita Papa Francesco: “Peggio di questa crisi, c'è solo il dramma di sprecarla”. “Come potremmo sprecare un momento così drammatico? È ancora il Papa ad aiutarci: «Chiudendoci in noi stessi»”. Non viviamo chiusi, ripiegati su noi stessi, facendo lo slalom fra le occasioni che ci vengono offerte per conoscere, incontrare, fare di più e meglio. “Prendetevi cura di qualcosa e di qualcuno. Fate progetti, anche piccoli. Cercate dei gruppi che vi facciano sentire accolti e responsabilizzati. E soprattutto aiutate anche noi adulti, le famiglie e le parrocchie, i quartieri e le città a non ripiegarsi su se stesse e ad aprirsi senza paura alla sfida di essere davvero fratelli tutti”.
Il Vescovo chiude la lettera con un auspicio: “Nessuna domanda esistenziale può essere espulsa dalle aule”. E nulla può sostituire la relazione educativa che si instaura guardandosi negli occhi. “Oltre alla sicurezza, non dimentichiamo la speranza!”.
Cronaca
12:54 - Romagna