Alle prime luci dell’alba i militari della tenenza di Cattolica hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto – disposto dal Pubblico Ministero Dott. BERTUZZI Sost. Della Procura della Repubblica di Rimini – nei confronti di due soggetti di nazionalità tunisina, entrambi ritenuti responsabili del reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
Si tratta di L.A., classe 1998, domiciliato presso un residence a Rimini, nullafacente, celibe, pregiudicato e T.H. classe 1993, residente a Milano, di fatto domiciliato in Rimini, nullafacente, celibe, pregiudicato.
Al termine di un’indagine, scaturita a seguito dell’arresto di tre donne trovate in possesso di notevoli quantitativi di eroina, da questi ceduta in differenti circostanze, i carabinieri sono riusciti a raccogliere, a carico dei due tunisini, chiari elementi e gravi indizi di colpevolezza. Scongiurare il pericolo di fuga, la motivazione alla base del provvedimento del Pubblico Ministero, al cui vaglio sono finiti gli atti prodotti dall’Arma cattolichina che ha documentato come i due stranieri, operanti nella zona di Rimini porto, erano soliti incontrare i propri clienti nei pressi degli stabilimenti balneari del riminese, attualmente deserti per via delle misure anti contagio e quindi lontani da occhi indiscreti. Sono state documentate numerose cessioni di eroina, la stessa che le tre donne, in differenti circostanze, avevano trasportato come corrieri e che doveva essere poi immessa nel mercato dello spaccio della riviera. I loro affari erano già stati gravemente danneggiati in tre distinte occasioni in cui erano intervenuti gli stessi militari di Cattolica: Lo scorso 10 aprile infatti, a finire in manette era stata P.A., riminese classe 94, sorpresa mentre trasportava 1110 gr di eroina a bordo della propria autovettura. I carabinieri, in quella occasione, erano stati attirati, nel transitare presso lo svincolo autostradale di Rimini sud, dal passaggio di una vecchia Peugeot, proveniente dall’autostrada, condotta dalla donna. Immediatamente fermata, la donna aveva prima dichiarato di essere in rientro da Bologna dove si era recata per lavoro, ma poi le sue scuse avevano iniziato a vacillare davanti alle pressanti domande degli investigatori che avevano notato un particolare stato di agitazione: trasportava due panetti di eroina nella borsa per un totale di 1110 gr. e nessuna giustificazione era stata resa ai militari che avevano invece assistito ad un profondo silenzio della ragazza.
Successivamente, il 17 aprile, è stata D.Y., giovane ucraina classe 99, pregiudicata, a finire nella rete dei carabinieri della Tenenza di Cattolica. La donna, infatti, era stata controllata a bordo di un taxi su cui viaggiava credendo di poter così eludere i controlli: 210 grammi di eroina nascosti nella borsa, era quanto la donna trasportava illecitamente. Al rinvenimento dello stupefacente, la giovane non aveva voluto fornire alcuna spiegazione, riservandosi la possibilità di riflettere nelle celle della Casa circondariale di Pesaro dove i carabinieri di Cattolica l’hanno accompagnata - dichiarandola in stato di arresto.
Infine, l’ultimo scacco, è arrivato lo scorso martedì, dopo l’arresto di M.E. originaria di Chieti ma residente a Verucchio, classe 1988, pregiudicata. I Militari della Tenenza sono arrivati a lei dopo aver acquisito numerosi elementi indiziari circa una sua presunta attività di spaccio di eroina nella provincia riminese e l’analisi dei dati investigativi raccolti, aveva consentito agli investigatori di individuare con certezza il suo nascondiglio a Verucchio dove venivano sequestrati 220gr di eroina nella borsa, pronti per essere lavorati e ceduti.
Per i due tunisini, al termine delle formalità di rito, si sono così spalancate le porte del carcere di Rimini.