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Cronaca 13:05 | 11/03/2024 - Rimini

Due agenti penitenziari aggrediti sabato da un detenuto al carcere dei "Casetti"

Aggressione in piena regola al carcere dei Casetti di Rimini, nella giornata di sabato 9 marzo. Sono due gli agenti della Polizia Penitenziaria venuti a contatto con un detenuto, un soggetto ucraino di 29 anni. Questo detenuto aveva nel passato manifestato comportamenti violenti contro l'autorità preposta alla sorveglianza. Ed è stato per questi motivi, che lo stesso era stato allontanato dalla strutturia carceraria riminese, per altra destinazione. Ma il "personaggio" qualche giorno orsono doveva comparire in udienza presso il locale Tribunale. Quindi era stato spostato ai Casetti, in attesa di questo evento, come si dice in transito. Ma una volta giunto in Romagna, il detenuto ha dato subito gravi segni di insofferenza, danneggiando "in primis" la porta dell’infermiera a calci e pungni, per poi passare ad insultare gli agenti operanti di sorveglianza.

Nel fine settimana, esattamente Sabato, lo stesso ha superato ogni limite, pretendendo in difformità al regolamento, di terminare prima del tempo l’ora d’aria. Quando è stato dato il via libera per il ritorno in cella e aperto il cancello per il rientro all'interno della struttura, l'uomo si scagliato contro due guardie, spintonandoli e minacciandoli di morte. Uno dei due agenti è stato colpito con un calcio in una spalla, ma ha rinunciato ai giorni di permesso per infortunio.

Il caso è emerso anche grazie alla denuncia pubblica di Davide Antonucci, segretario del SI.NA.PPE che ha spiegato: “Quello avvenuto sabato è l’ennesimo episodio di aggressione fisica al personale in servizio. Un personale che a Rimini è molto coeso, grazie anche all’efficace coordinamento della dirigente Panzeca. Prova ne è che l’agente ferito ha rinunciato ai giorni di assenza che erano legittimi, per evitare di mettere ancora più in difficoltà i colleghi, vista la ormai cronica carenza di personale, di circa 40 unità“.

Antonucci chiosa dicendo: "sarebbe meglio evitare che detenuti facinorosi, possano tornare  negli istituti dove hanno già creato problemi in passato, anche in transito, come accaduto nel caso in specia“.