Ieri una mobilitazione ha coinvolto in tutta Italia chi lavora nei servizi educativi 0-6, con manifestazioni in tante piazze. A Rimini il presidio di Funzione Pubblica si è tenuto davanti alla sede CGIL Rimini. La richiesta urgente è quella di un piano straordinario di assunzioni ed investimenti per consentite ad educatori e insegnanti di rispondere alle difficoltà lavorative quotidiane.
Il presidio di Funzione Pubblica Rimini, davanti alla sede CGIL, ha coinvolto complessivamente circa quaranta lavoratori, per ribadire la necessità di un Piano straordinario di assunzioni, investimenti nel personale e per sensibilizzare le famiglie sulle difficoltà incontrate dagli educatori; questo dal momento che la qualità del lavoro impatta direttamente sugli aspetti educativi. Il presidio ha visto la presenza in solidarietà anche del personale a tempo indeterminato.
I numeri dell’emergenza
Nella provincia di Rimini il personale precario nei servizi educativi, stimabile per difetto attorno alle 50 unità, richiede che tutte le risorse a disposizione delle amministrazioni nel Fondo di solidarietà siano impiegate per le assunzioni a tempo indeterminato di chi ha maturato 36 mesi di anzianità alle dipendenze dei Comuni. Inoltre, gli investimenti pubblici che interesseranno il comparto nei prossimi anni, non vedono di pari passo un adeguato piano straordinario di assunzioni per educatori, educatrici ed insegnanti.
Si tratta di una rivendicazione che sarà portata avanti con priorità da FP CGIL, perché non si possono liquidare con un colpo di spugna le professionalità che le amministrazioni comunali hanno contribuito a formare, che hanno consentito egregiamente negli anni il funzionamento dei servizi. Le spese per l’organico dei servizi educativi 0-6 sono da porre al di fuori dei tetti assunzionali.
Senza equiparazione dei titoli di studio si sprecheranno risorse senza risposta ai fabbisogni educativi
Va superato l’ostacolo legato ai titoli di studio acquisiti entro il 2002 per gli insegnanti ed entro il 2017 per il personale educativo, equiparandoli alla laurea (attualmente necessaria).
Senza una Legge in tal senso tutto questo personale non può, già da ora, partecipare ai concorsi per educatori o insegnanti. La beffa, per chi ha tenuto in piedi il sistema con il proprio lavoro, sarà quella di essere tagliati fuori per sempre dalla possibilità di continuare a lavorare presso il proprio Ente.
A Rimini l’ultimo concorso per una graduatoria a tempo indeterminato di insegnanti della scuola dell’infanzia ha visto la partecipazione di solo 29 candidate; dopo la selezione la graduatoria ha contato nove idonee all’insegnamento: un numero ampiamente insufficiente per coprire il fabbisogno. Resta perciò forte il dubbio sul regolare funzionamento dei servizi.
Per tornare a rendere attrattivo il lavoro nei settori educativi è necessario investire in assunzioni stabili, in salario, sostenere e rilanciare il ruolo sociale di chi svolge un compito fondamentale per il futuro delle bambine, dei bambini e del Paese.