In un post su facebook Lucio Paesani, capolista di Noi amiamo Rimini a sostegno del candidato del centrodestra Enzo Ceccarelli, dà la sua versione sugli incresciosi fatti successi mercoledì mattina presso la sede Rai di Bologna durante le registrazioni elettorali per Tg 3 Emilia-Romagna.
"Leggiamo sui social - scrive Paesani - una notizia in cui si parla di "gazzara e minacce tra candidati". Nessuna minaccia. Ma partiamo dal principio.
Nella tarda serata di ieri (martedì, ndr) ricevo da un amico l'ennesimo screenshot di tal Ormerod Steven, candidato nella lista Lisi. In quel messaggio appare l'immagine dei candidati Ceccarelli e Paesani (nella foto il post testuale, ndr), a cui viene riferito il seguente commento "guardali, sembrano Brusca e Provenzano". Questo messaggio mi è arrivato ieri verso mezzanotte quando già sonnecchiavo sul divano - racconta Lucio Paesani - e purtroppo è stato letto prima da mio figlio che da me. La cosa mi ha fatto precipitare nell'imbarazzo non tanto per il paragone assurdo che non necessita spiegazioni, quanto per la presa d'atto circa il basso livello raggiunto da un candidato che si presenta come me alle elezioni.
Questa mattina (Ieri, ndr), arrivato negli studi Rai, segnalavo ad altri candidati presenti in sala, la gravità dell'accaduto quando inaspettatamente appare Ormerod. Decido di andare a fumare una sigaretta in cortile e gli chiedo di seguirmi per chiedergli spiegazioni. Una volta fuori gli faccio notare che la frase era stata letta primo da mio figlio che da me. E ciò che lui aveva fatto con estrema superficialità aveva purtroppo, contribuito a minare la serenità e l'equilibrio di un adolescente. Pertanto non ritenevo la cosa né giusta né corretta. Non faccio tempo a terminare il concetto che si affaccia alla porta, Bonfiglio Mariotti, il quale chiede al suo candidato di rientrare in sala d'attesa. Io resto in cortile a terminare la sigaretta. Una volta rientrato vengo investito dalle urla di Mariottiil quale ripete per cinque volte "sei un pezzo di m.", per due volte "sei un deliquente" adducendo come motivazione alla serie di insulti proferiti nei mie confronti, presunte minacce che avrei rivolto all'indirizzo dell'Ormerod. Rimango attonito ed impietrito. Provo a rispondere che non ho formulato alcuna minaccia ma le sue urla coprono la mia voce. Passato un primo momento di smarrimento lascio perdere e raccolgo nomi e recapiti dei presenti per formulargli una querela.
Chi mi segue sa che non uso né mezzi termini né mezze parole per dire le cose, ma le mie missive sono sempre "PUBBLICHE, CHIARE E CIRCOSTANZIATE", e soprattutto permettono a tutti una replica che la diffamazione serpeggiante NON PERMETTE. Conferma ne dà il fatto che chi ha dato alla stampa la notizia fa riferimento a dichiarazioni "sul triangolone del Porto" (tali dichiarazioni costituiscono un precedente, nessuno ha scritto che sono state dette in quell'occasione specifica, ndr) che Ormerod non solo non ha mai fatto, ma alle quali rispondiamo con gli screenshot dei suoi indegni commenti.
Qui finisce la cronaca, ed inizia la Giustizia. IL TEMPO COME SEMPRE SAPRA' ESSERE SIGNORE"