Gianni Indino, presidente Confcommercio della provincia di Rimini: “Nonostante i numerosi pareri negativi di enti e istituzioni, resta grande la preoccupazione sulla decisione della Regione Toscana in merito all’impianto eolico industriale di Badia Tedalda a poche centinaia di metri da Casteldelci. L’Alta Valmarecchia è territorio fragile, ma ricco di opportunità di crescita turistica: questa è la nostra visione per il suo futuro. Quando i progetti sono cosìaltamente impattanti sulle aree circostanti, il dialogo è imprescindibile affinché l’interesse di quartiere non prevalga sul bene comune, con l’obiettivo di preservare un territorio unico e di accompagnarlo verso linee di sviluppo sostenibile”
“Si avvicina l’appuntamento fissato dalla Regione Toscana per il 4 aprile, giorno in cui deciderà se andare avanti oppure rinunciare ai progetti di impianti eolici industriali a pochi passi dal confine con la nostra Provincia. Siamo stati tra i primi a porci al fianco degli amministratori preoccupati per quello che potrebbe diventare un disastro, un autentico sfregio del territorio – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - ma torno a parlarne perché sul progetto “Badia del vento” che prevede 7 enormi pale eoliche nel Comune di Badia Tedalda al confine con Casteldelci le nostre preoccupazioni restano grandi, nonostante i pareri negativi incassati dal progetto da parte di una pluralità di istituzioni ed enti, a cominciare dal Comune di Casteldelci, continuando con l’Unione dei Comuni della Valmarecchia, la Regione Emilia Romagna e leSoprintendenze di Ravenna-Cesena-Rimini e di Siena-Grosseto-Arezzo. Pareri negativi a cui si aggiungono da molti mesi gli appelli a fermare i progetti da parte delle associazioni ambientaliste romagnole e toscane.
Parliamo di un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico, come autorevoli esperti hannoconfermato, ma anche un territorio ricco: di storia, di cultura, di natura, di paesaggi, di buon cibo, buon bere e dunque di opportunità di crescita e sviluppo legate al turismo slow. Questa la visione che diamo per il futuro del Montefeltro, di cui l’Alta Valmarecchia è parte integrante, che rischia invece di essere stravolto da un vero e proprio attacco ai crinali. Una visione, questa, che già sta dimostrando la sua efficacia con i numeri, confermati dall’Istat che certifica la crescita del turismo nei Comuni non rivieraschi della provincia di Rimini. Numeri in costante crescita, con quasi 84.000 arrivi e 200.000 pernottamenti l’anno scorso, un record, a fronte dei 13.500 arrivi e 45.000 presenze registrate nel 2000. Percentuali di crescita a tre cifre per alcuni territori che spingono a guardare con grande interesse la chiave di sviluppo turistico-esperienziale per il nostro prezioso entroterra, anche di supporto al turismo balneare, fieristico-congressuale e culturale della Riviera.
Ogni Regione ha l’autorità per decidere in autonomia che fare a casa sua e l’idea di incassare in compensazione delle royalties importanti è allettante, ma è anche vero che quando progetti di questa portata, altamente impattanti sulle aree circostanti, sono posizionati a poche centinaia di metri dal confine con un’altra Regione e un’altra Provincia, il dialogo non è solamente necessario, ma imprescindibile. Oltre a quello denominato Badia del Vento, che in caso di parere positivo da parte della Toscana sorgerà a 200 metri da Casteldelci, ci sono altri 8 progetti di eolico industriale in via di discussione tra Marche, Emilia Romagna e Toscana. Pale che vanno dagli 180 ai 200 metri di altezza, veri e propri giganti, per la posa delle quali serviranno strade che consentano il passaggio dei mezzi pesanti, con relativa distruzione di ettari di boschi e pascoli.
È proprio questo ciò di cui abbiamo bisogno? Noi pensiamo di no e confidiamo in un ripensamento della Regione Toscana, che tenga conto dei territori confinanti, delle loro peculiarità e delle loro volontà più volte espresse, affinché l’interesse di quartiere non prevalga sul bene comune, con l’obiettivo di preservare un territorio unico e di accompagnarlo verso linee di sviluppo sostenibile”.