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Cronaca 12:35 | 18/08/2021 - Rimini

I residenti: "Va evitato di tagliare in due il parco della Cava, il Comune ci ascolti"

Tornano a farsi sentire i cittadini della zona del Parco della Cava di cui ci siamo già occupati le cui proteste sono state raccolte in un’interrogazione presentata dal consigliere Filippo Zilli. E’ proprio sulla risposta data dalla Giunta nel merito che aprono un nuovo fronte del dibattito sulla “Doppia Ciclabile nel Parco della Cava”.

“Apprendiamo con soddisfazione – dicono - che “il Comune dovrà monitorare e presidiare l’esecuzione dei lavori e fare sì che le opere abbiano il miglior impatto paesaggistico e ambientale possibile nell’interesse della città e dei cittadini che l’istituzione rappresenta in un appalto gestito da Autostrade per l’Italia”. Il Comune vuole “presidiare l’esecuzione dei lavori”, ottimo!

Sembra quindi che l’amministrazione si senta investita dell’obbligo di assicurarsi che, nell’ambito di un poderoso lavoro come quello della creazione della rotonda per San Marino, Autostrade per l’Italia venga aiutata a realizzare i lavori in maniera rispettosa del territorio. Come cittadini desideriamo che queste intenzioni si traducano in azioni concrete e così vogliamo contribuire conoscendo molto bene la zona in questione. Leggendo nella risposta all’interrogazione che “la ciclabile deve necessariamente connettersi dove esce la rampa del sottopasso e da lì a sua volta connettersi direttamente alla ciclabile già esistente” deduciamo, cercando di tradurre in maniera più comprensibile il testo, che, come è logico attendersi, occorrerà collegare il punto in cui il sottopasso giunge in superficie al resto della pista.

Questo è un elemento abbastanza ovvio. È evidente che sbucando dal tunnel si dovrà proseguire il percorso ed evitare di finire in un prato. La questione è però un’altra. Essa riguarda proprio il collegamento tra questo punto e il tracciato già esistente. Infatti invece di trovare la via più breve per collegarsi alla pista esistente, il progetto prevede in maniera incomprensibile di passare attraverso il parco per collegarsi ad un punto lontano quasi 200 metri dall’uscita dell'attraversamento. In questo modo verrà tagliato in due il parco rendendo impossibile utilizzarlo per le attività all’aperto dei cittadini. Non è infrequente osservare proprio in quella zona gruppi di atleti allenarsi in squadra sfruttando tutta l'ampiezza del prato.

L’amministrazione, desiderosa di “presidiare l’esecuzione dei lavori”, non dovrebbe obbligare Autostrade per l'Italia a trovare la soluzione meno invasiva per il territorio? Perché invece di collegarsi alla ciclabile già esistente con il minore danno possibile permette di distruggere un’ampia porzione del parco? Perché Il parco, il verde e i prati non sono considerati in Comune un bene da tutelare?

Vogliamo tentare anche un semplice esperimento matematico. Proviamo a moltiplicare la lunghezza della ciclabile che verrebbe creata inutilmente moltiplicando questo valore per la sua probabile larghezza (otteniamo questo valore misurando la larghezza della pista già presente). La lunghezza è di 140 metri andando per difetto e la larghezza è di 4 metri (anche qui per difetto). Il risultato è 560 metri quadrati. Più o meno l’area occupata da due campi da calcetto.

Qual è “il miglior impatto paesaggistico e ambientale possibile”? 560 metri quadrati di verde oppure 560 metri quadrati di cemento? Se veramente l’intenzione è quella espressa ufficialmente quali sono le azioni che ne derivano? Secondo noi alle parole devono seguire i comportamenti e le scelte, soprattutto prima di una tornata elettorale.

Come noi la pensano tanti altri cittadini e stiamo raccogliendo le loro firme per una petizione. Abbiamo già un elenco nutrito di persone che condividono le nostre idee. Chiediamo solo una cosa, semplice logica ed economica: evitare di tagliare in due il parco collegandosi ad un punto lontano della ciclabile per congiungersi invece al punto più vicino dall’uscita del sottopasso che verrà creato”.