Mentre continuano ad arrivare commenti, reazioni, attestati di solidarietà e anatemi politici su quello che è successo ieri ci preme prima di tutto aggiornare la situazione.
Il somalo accoltellatore è un delinquente di prima categoria. E lo si sapeva. Era ospite presso una struttura della Croce Rossa e da qualche mese aveva fatto richiesta per ottenere lo status di rifugiato, ma era già segnalato e noto come persona instabile e violenta. Non è un terrorista, non ha precedenti specifici e non sarebbe riconducibile ad ambienti terroristici o estremistici. Ha agito probabilmente sotto l’effetto di sostanza stupefacenti, forse un mix di droga e alcol. Un pericolo pubblico che andava in giro per la Riviera, tra Riccione (dove è salito a bordo del bus 11) a Rimini. Qualcuno spieghi come è possibile soltanto accogliere una richiesta di rifugiato per un individuo del genere che invece dovrebbe starsene chiuso in galera il più a lungo possibile.
Il ferito più grave è il bambino di 6 anni. Operato nel corso della notte, il piccolo del Bangladesh ha riportato un taglio alla giugulare. Attualmente si trova in rianimazione all’ospedale Infermi. La prognosi resta riservata ma non sarebbe in pericolo di vita.
Gli altri feriti sono 4. Le due donne addette alla verifica e al controllo dei biglietti, Daniela ed Elisa lavorano per conto dell’azienda Holachek. L’aggressore ha cominciato con loro la sua folle azione. Ferite entrambe, una in maniera più grave dell’altra, ma entrambe non in pericolo di vita. Ferite anche due persone che si sono trovate sulla via di fuga del somalo, non in modo grave.
L’intervento delle forze dell’ordine. Non era facile acciuffare un criminale del genere in fuga chissà dove. Le tracce lasciate dal delinquente ma anche la perfetta strategia adottata dagli agenti della Polizia di Stato ha fatto sì che il fuggitivo finisse ben presto nella rete chiusa tra mare e ferrovia. La “belva” avrebbe potuto procurare altre gravi conseguenze a chiunque si fosse trovato sulla sua strada se la task force predisposta dalla Questura non lo avesse ben presto bloccato.
Le indagini Il pm Davide Ercolani ha ovviamente aperto un’inchiesta sul fatto. Si contesta al somalo il reato di tentato omicidio insieme ad un’altra serie di capi di imputazione che saranno via via più chiari dopo la ricostruzione esatta dei fatti. Il fermo verrà certamente tramutato in arresto e finirà in cella. Poi finisce la fase uno e inizia la fase due, quella della giustizia italiana spesso contestata: toccherà, infatti, al giudice stabilire le dimensioni della pena.
(Foto Ansa)