"Ora, con la mente distaccata grazie ai giorni che si sono frapposti tra noi e le azioni tragiche sulla linea Rimini-Riccione, vorrei radunare i miei pensieri di donna, madre, ex-poliziotta. E di politica.
Il gesto cui abbiamo assistito da parte di uno sradicato somalo, un senza patria di quelli violenti per non aver potuto fare altro nella vita che guardarsi intorno col coltello tra i denti - non lascia certo ben sperare. Era l'11 settembre. Chi avrebbe detto anche solo pochi anni fa che saremmo arrivati al punto di temere un breve viaggio su gomma e trasporto pubblico tra Rimini, tra casa nostra, e un centro vicino come Riccione? La storia è fatta anche per smentirci. Per farci sentire veramente umani, di nuovo, superando le barriere che ci dividono: etnie, religioni, pose davanti al mondo. Tutto bello per connotarci, e tutto tristemente deleterio quando si tratta di costruire barriere, di prendere in mano le armi da taglio e aggredire alla gola - perché badate di questo si è trattato lo scorso sabato - un bambino che due giorni dopo avrebbe iniziato le scuole elementari. Come donna e politica mi sento in diritto di chiedere una maggior sicurezza: non quella fatta di controlli, ma di senso comune diffuso e rispetto per le istituzioni.
Sempre lo scorso sabato ho assistito a una scena che è un po' la cartina di tornasole del nostro particolare momento storico, anche per come lo stiamo vivendo in campagna elettorale: 8 agenti di polizia hanno letteralmente dedicato 2 ore del loro pomeriggio lavorativo a far effettuare un alcol test a un giovane che avevano fermato con la macchina il quale faceva resistenza e li oltraggiava. Certamente come FdI non potremo cambiare del tutto le idee e il senso comune dei Riminesi, e insegnare cosa sia il rispetto e la tolleranza reciproche. Ma intanto volevo dirlo in questo comunicato".
Ada Di Campi - candidata consigliere comunale FdI Rimini