Ad un anno dalla pandemia, il sindaco e gli assessori hanno programmato una serie di incontri con le associazioni di volontariato del territorio al fine di fare il punto sull'attuale situazione territoriale e sulle singole azioni messe in campo dal pubblico e dal privato in questo anno di pandemia.
Con la Caritas parrocchiale oggi abbiamo confrontato i dati e i progetti sulle singole famiglie e da qui l'intenzione di riprendere e rivedere i percorsi che avrebbero dovuto prendere avvio in concomitanza con la prima fase della pandemia, in particolare in tema di lavoro.
Tutti gli attori presenti al tavolo si sono trovati pienamente d'accordo sulla visione degli interventi pubblici.
Le azioni che vengono messe in campo non sono di puro assistenzialismo, ma mirano a dare una risposta più completa che vede l'uscita dall'isolamento, l'integrazione delle persone nel contesto comunitario al fine di creare quella rete di sostegno e solidarietà che questa lunga fase di emergenza sta lentamente sgretolando.
E di qui l'importanza del volontariato che viene chiesto ai beneficiari di interventi pubblici, che mira non tanto e non solo a restituire alla collettività una piccola parte di quello che si è ricevuto, ma soprattutto svolge una funzione di integrazione ed educativa, proprio con lo scopo di creare buone relazioni tra le persone per rispondere ad una necessità maggiore che è quella di socialità.
Così non sarà necessario un impegno costante, ma viene chiesto la disponibilità, compatibilmente con la propria organizzazione familiare e di tempo a collaborare fattivamente ad iniziative che verranno realizzate dal Comune (occasionale aiuto nell'allestimento di spazi in concomitanza di manifestazioni culturali e sportive, occasionali attività di vigilanza, anche solo aiutare il proprio vicino di casa nell'attendere a piccole attività in un momento di difficoltà ecc..).
Tale visione dell'impegno sociale e comunitario che viene chiesto ai beneficiari degli interventi ha visto d'accordo Caritas che ha compreso a pieno il significato educativo dell'intervento, finalizzato a creare quella rete di solidarietà così importante per la tenuta sociale del territorio.
Domenica Spinelli (sindaco): ”nel ringraziare Edda Bianchi e Romana Gamboni, Riprendo la frase che ha messo tutti d'accordo,"Collaborare è un modo importante ed efficace per affrontare al meglio l'emergenza in tutte le sue fasi e soprattutto in questa nuova normalità", e ringrazio la Caritas per la disponibilità da sempre garantita alle istituzioni. Oggi riprendiamo dal protocollo firmato con Caritas Rimini ODV nel dicembre 2019, affinché si possa con energia predisporre una politica condivisa che abbia come obiettivo l'inserimento lavorativo di chi ha perso il lavoro. Per queste persone infatti il lavoro assume un significato ulteriore e più importante, in quanto non rileva solo al fine di avere un reddito, ma rappresenta il riscatto sociale e la conquista di un posizione di “normalità” che pensavano di non poter raggiungere. Mentre le imprese di grandi dimensioni,oltre ad avere un obbligo giuridico di assunzione di persone svantaggiate e/o disabili, hanno la possibilità di impiegare personale al fine di realizzare interventi sociali, le piccole e medie imprese, numerose nel nostro territorio e spesso a conduzione familiare, non riescono a dotarsi degli strumenti e della formazione necessaria che permetterebbe loro di avvalersi del lavoro di persone in condizione di svantaggio sociale. In questo momento ci può salvare la determinazione nell’affrontare l’emergenza con lo sguardo alla stabilità delle famiglie per il futuro.