Il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, ha accompagnato il Prefetto di Rimini, dott. Giuseppe Forlenza, in visita alla Casa Madre del Perdono di Saludecio.?La Casa offre ai detenuti (chiamati ‘recuperandi’) un percorso educativo in una dimensione di casa e di famiglia. Attualmente sono tre le Case in provincia di Rimini (Coriano, Montefiore e Saludecio), che ospitano in totale 45 persone, con il metodo CEC (Comunità Educante con i carcerati), progetto portato avanti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per la rieducazione dei detenuti.
L’incontro del Prefetto con educatori, volontari e recuperandi si è svolto in un clima accogliente e familiare.?Sono state ascoltate alcune testimonianze.
“Non tutti coloro che hanno problemi familiari entrano in carcere – ha raccontato Giorgio Pieri, Responsabile progetto CEC (Comunità Educante con i Carcerati) della comunità Papa Giovanni XXIII, autore del libro Carcere. L’alternativa è possibile (ed. Sempre) – ma molte persone che sono in carcere hanno vissuto problemi familiari”.
Il Prefetto di Rimini ha posto diverse domande ai recuperandi per comprendere il loro vissuto.Nelle case si offre una formazione umana e una formazione valoriale-religiosa. Nel corso dell’incontro è stato illustrato al Prefetto Forlenza anche il valore della spiritualità vissuta all’interno delle comunità e di quanto la dimensione spirituale rivesta una valenza educativa e terapeutica, aspetto messo in luce anche da alcuni fratelli musulmani che vivono l’esperienza del CEC.
Anche il Vescovo Francesco Lambiasi è intervenuto durante l’incontro, al quale han preso parte anche il vice sindaco del Comune di Coriano Domenica ‘Mimma’ Spinelli, l’assessore del Comune di Coriano Paolo Ottogalli (Politiche sociali, sanitarie e rapporti con le comunità, Disabilità e Welfare), Gigliola Fronzoni, assessore alla Cultura del Comune di Saludecio, e al parroco di Morciano Don Sanzio Monaldini.
“Esiste anche il triste fenomeno dei suicidi in carcere. – ha fatto notare il Vescovo di Rimini – Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Mauro Palma dice che bisogna arrivare prima. Dall’inizio dell’anno al 6 agosto scorso sono state 47 le persone che si sono tolte la vita in carcere, l’anno scorso nel medesimo periodo erano state 32, con un aumento del +46%: tale drammatica situazione deve farci riflettere”.