Il gruppo civico In Futuro di Cattolica fa il punto sulla situazione Coronavirus a Cattolica, con critiche e suggerimenti per l'amministrazione comunale.
Lungi dal voler essere polemici, ci duole evidenziare una certa lentezza da parte dell’amministrazione cattolichina nell’affrontare l’emergenza epidemiologica attualmente in corso.
Lentezza che va letta come aumenti dei casi di contagio.
A differenza di gran parte delle amministrazioni locali (Rimini, Riccione, S. Giovanni, Morciano, ecc…), a Cattolica la comunicazione ai cittadini, dall’inizio (primi casi denunciati a Codogno) fino ad oggi, è limitata ad un semplice copia e incolla di comunicazioni ufficiali e istituzionali: solo dopo numerosi e ripetuti solleciti dei cittadini sui social, il Sindaco Gennari finalmente scrive un suo comunicato, bene ma tardivo.
Dov’è il problema? Il problema è che ormai lo abbiamo capito tutti (esperti o meno) che l’unico modo di combattere il Covid-19, è l’isolamento, stando a casa evitando qualsiasi tipo di spostamento, salvo non necessario e per motivazioni gravi e indifferibili; l’epidemia, anzi la PANDEMIA (ufficializzata dall’O.M.S.) non è assolutamente evitabile, ci siamo dentro fino al collo, l’unico rimedio è reagire tempestivamente e drasticamente.
Ma se il cittadino, per vari motivi (validi o meno) non capisce l’importanza delle restrizioni varate dal Governo e soprattutto non le rispetta (come è il caso anche di Cattolica), il Sindaco, dall’alto del suo ruolo istituzionale, deve dapprima sensibilizzare e incoraggiare, successivamente ordinare e controllare fino a sanzionare comportamenti irresponsabili.
Allora noi del Gruppo Civico, che abbiamo seguito con ansia e trepidazione l’evolversi della situazione a Cattolica, ci chiediamo il senso dell’Ordinanza dirigenziale n. 51/2020, quella che autorizza il mercato del Sabato in Piazza De Curtis emessa in data 13 marzo 2020?! Siamo in piena crisi, il picco pare ancora non sia stato superato, e cosa viene fatto? Si insiste nel tenere aperto il mercato del sabato, anche se limitato ai soli prodotti alimentari (è stato detto da tutti e in tutte le lingue che non alcun problema di approvvigionamento alimentare!), quando in tutta provincia i Sindaci chiudono di tutto e di più e il Commissario all’emergenza della regione bacchetta la provincia di Rimini, perché la seconda peggiore in Italia per aumenti di casi di contagio. Non ci siamo!
Finalmente il 13 marzo il Sindaco di Cattolica firma l’Ordinanza Sindacale con la quale chiude i parchi e i giardini pubblici, anzi no, il divieto è limitato “dall’obbligo di mantenere tra le persone una distanza di almeno un metro”, ah ma allora non ci siamo capiti!? , siamo in grave emergenza! Si chiude tutto e basta. Il fatto che nel DPCM firmato da Conte venga consentito il movimento nei luoghi pubblici salvo il rispetto delle prescrizioni e raccomandazioni sanitarie emanate dal Ministero della Salute, non vuol dire che il Sindaco a tutela della propria cittadinanza, non possa porre divieti più restrittivi.
Bisogna dotare la nostra polizia Municipale di idonei dispositivi di protezione individuali (guanti, mascherine, gel disinfettante, ecc…) per consentirgli di pattugliare il territorio al fine di far rispettare le prescrizioni e restrizioni.
Lo ripetiamo, siamo in grave crisi! Prima fermiamo il contagio, prima riusciamo a guarire gli infettati evitando il collasso del sistema sanitario.
Dopo le critiche, vengono le proposte.
Prima che sia troppo tardi, in attesa che la situazione sanitaria si risolva, si chiede all’amministrazione cattolichina di adoperarsi emanando misure urgenti per contenere la crisi economica che presto si abbatterà anche su Cattolica (comparto turistico) e in particolare:
-sospendere immediatamente qualsiasi tipo di tributo locale Irpef addizionale, IUC (Imu, tari tassa rifiuti e tasi sui servizi indivisibili), tosap sull’occupazione pubblica, tassa affissioni, rette mensa e scolastiche, tassa soggiorno, ecc…;
-mantenere gratis tutti gli stalli pubblici
-sospendere qualsiasi tipo di riscossione dei tributi locali ivi incluso la notifica di qualsiasi provvedimento connesso;
-rendere operativo il centro di protezione civile intercomunale COI situato in zona industriale a s giovanni, dotandolo di tutte le apparecchiature e misure per renderlo immediatamente operativo per gestire l’emergenza e per l’eventuale consegna di farmaci e cibo.
Invece di seguire a ruota quello che fanno i comuni limitrofi, per una volta, diamo noi il primo esempio e facciamoci seguire.