Nell’ultimo anno la spesa per interessi sui prestiti alle imprese si è impennata del 258%, sui mutui per la casa del 154%. E con l’incremento del tasso di riferimento di ulteriori 0,50% stabilito dalla BCE dal 16 marzo, la spesa per pagare gli interessi sarà ancora più elevata nel prossimo mese.
“Una strategia che si traduce in una stangata per le imprese e le famiglie - osserva Fabrizio Vagnini, presidente Confesercenti provinciale Rimini -. Avrà un inevitabile impatto sulle attività economiche: dal lato dei consumi, in un periodo già contrassegnato da molte incertezze e con un’inflazione che comprime il reddito disponibile, proseguire ancora in questa direzione rischia di mettere in forse la già fragile ripresa. E anche di annullare i possibili effetti positivi della riforma del fisco”.
Oltre i consumi, preoccupano anche i segnali di restrizione del credito. “Già oggi inizia a manifestarsi con una flessione dello stock dei prestiti – continua Vagnini -. Per le attività di minori dimensioni, poi, il credito non è diventato solo più costoso, ma anche di più difficile accesso, in particolare per i piccoli finanziamenti, essenziali per le micro e piccole imprese: l’attuale normativa nazionale ed europea, infatti, spinge le banche a prediligere il rilascio di prestiti di maggiore importo alle imprese medio-grandi”.
E' urgente intervenire con nuove norme ed incentivi che favoriscano il microcredito, conclude il presidente di Confesercenti. “E' uno strumento che può supplire alla mancata offerta di credito di importo contenuto, e aiutare le attività di minori dimensioni ad affrontare l’aggravio di costi derivanti dall’inflazione, dai conflitti internazionali e dall’elevata variabilità dei tassi”.