La MotoGP nella Riders’ Land rende omaggio al personale medico e agli operatori della sanità che questi mesi stanno dedicandosi alla lotta contro il Covid-19. I promotori del Gran Premio Lenovo di San Marino e della Riviera di Rimini hanno chiesto che domani, sul podio delle premiazioni alla MotoGP, salisse anche una rappresentante della sanità. In accordo con Ausl Romagna, è stata individuata la figura della Dottoressa Antonella Dappozzo, Direttore del Programma Cure Primarie dell'Ausl Romagna.
“Vogliamo testimoniare davanti alle telecamere di tutto il mondo – dicono i promotori – la gratitudine per l’enorme impegno che viene profuso negli ospedali per accogliere e curare i tutti i malati. La dott.ssa Dappozzo rappresenta idealmente ogni operatore che sul territorio e nella Repubblica di San Marino, ma in tutto il mondo, si occupa della nostra salute. Il Gran Premio, con le due tappe a MWC, rappresenta anche un segnale forte: dopo il lockdown ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo voluto fortemente assumerci la responsabilità di un’apertura al pubblico e grazie alla deroga della Regione Emilia-Romagna vogliamo dimostrare che è importante rimettersi in marcia, con precauzione, attenzione e senso di responsabilità, verso una normalità della quale abbiamo enorme nostalgia. I primi ingressi in circuito di ieri e oggi testimoniano disciplina e tanta attenzione da parte degli appassionati. Andiamo avanti così”.
Al fine di una presa in carico territoriale dei pazienti sospetti e accertati Covid il più possibile efficace e tempestiva, nella fase più acuta dell'epidemia, la dottoressa Dappozzo ha coordinato la rete di professionisti e le strategie finalizzate a contrastare la proliferazione del contagio a livello territoriale. A questo fine, in accordo con gli specialisti infettivologi, i medici di famiglia e la Direzione Aziendale, ha coordinato le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (le cosiddette Usca), composte da medici ed infermieri che seguono i pazienti a casa, occupandosi di tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi mediante tamponi ed ecografia polmonare domiciliare, alla terapia e al follow up della patologia.
Un approccio di grande integrazione tra medici Usca, medici di famiglia, dipartimento di sanità Pubblica e ospedale inizialmente sperimentato a Rimini – sul territorio l'ambito di maggiore diffusione della malattia - e poi allargato a tutta l'Ausl della Romagna, efficace dal punto di vista clinico e importante per la compliance del paziente, che ha potuto curarsi nel suo luogo di vita.
Una scelta operativa che, in particolare nei momenti più drammatici dell'epidemia, ha protetto la rete ospedaliera dal collasso, consentendo di dedicare le cure ospedaliere ai soggetti più fragili e di gravità maggiore.