Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza insieme ai Funzionari dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Rimini hanno concluso un’attività ispettiva a contrasto dell’economia illegale e sommersa nei confronti di due distinti locali individuando 6 lavoratori in nero e 3 irregolari di cui 1 percettore del reddito di cittadinanza.
Nel primo caso, i Finanzieri e gli Ispettori, al fine di verificare la corretta attuazione della normativa sul lavoro nonché il rispetto dei protocolli anti Covid-19, hanno ispezionato un ristorante di Marina centro, gestito da una cittadina di nazionalità cinese. Nella fase di accesso sono stati individuati ed identificati 6 soggetti intenti a svolgere attività lavorativa. Dalle dichiarazioni rese dai lavoratori e dai preliminari accertamenti svolti è risultato che per 3 di loro non era stata comunicata preventivamente l’instaurazione di rapporto di lavoro, mentre 2 si trovavano in posizione irregolare e, pertanto, stante il superamento della soglia del 20% della manodopera irregolare impiegata, è stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività ex art. 14 del D.Lgs 81/2008, come sostituito dall’art. 11 comma 1 lett. a del D.Lgs. 106/2009.
Medesima sorte è toccata ad un bar-pasticceria di Cattolica che impiegava 3 lavoratori in nero ed 1 irregolare su 12 complessivamente individuati. I successivi sviluppi investigativi hanno permesso di rilevare che uno dei lavoratori “in nero” percepiva mensilmente un reddito di cittadinanza di 900 euro. Per tale motivo, è stata data immediata comunicazione all’INPS che ha disposto la decadenza dal beneficio, determinando un risparmio per l’Erario di circa 10 mila euro.
Per i datori di lavoro, invece, si procederà all’applicazione della maxi sanzione prevista per l’impiego dei lavoratori “in nero” fino a 43 mila euro, ma che può inasprirsi sino a circa 52 mila euro in caso di beneficiari di reddito di cittadinanza.