Il Vice sindaco Belluzzi: “È un evento tradizionale molto radicato nella cultura popolare di Cattolica e di tutta la Romagna e come Amministrazione la sosteniamo con piacere perché rappresenta un momento di grande coesione della comunità, di incontro tra generazioni. Invitiamo tutti i cittadini e cittadine a partecipare a questo rituale così suggestivo e coinvolgente che affonda le sue origini in epoche antiche ma ogni anno rinnova emozioni e divertimento. Grazie all’Avis di Cattolica che come da tradizione organizza l’evento. E grazie a tutti quelli che contribuiscono alla sua realizzazione. Vi aspettiamo”
La catasta di legna è già in riva al mare. Tutto è pronto a Cattolica per il grande rito della Fogheraccia di San Giuseppe, il tradizionale falò che saluta l’inverno e dà il benvenuto alla primavera. Un evento organizzato dall’Avis con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e in collaborazione con la Croce Rossa, le associazioni Puravida 2.0, Cattolica per la Tanzania, Anc Valconca e i comitati di quartiere. L’appuntamento è per lunedì 18 marzo nella spiaggia vicino a Piazza del Tramonto. Alle 21 si accenderà la fiammella che farà ardere la pira e darà il via alla festa con dolci tipici, vin brulè e ciambella e musiche della tradizione. Una notte magica in cui “è come ritornar bambini”. “La Fogheraccia è una tradizione molto radicata nella cultura popolare di Cattolica e di tutta la Romagna e come Amministrazione la sosteniamo con piacere perché rappresenta un momento di grande coesione della comunità, di incontro tra generazioni – commenta il Vice sindaco Alessandro Belluzzi – Invitiamo tutti i cittadini e cittadine a partecipare a questo rituale così suggestivo e coinvolgente che affonda le sue origini in epoche antiche ma ogni anno rinnova emozioni e divertimento. Grazie all’Avis di Cattolica che come da tradizione organizza l’evento. E grazie a tutti quelli che contribuiscono alla sua realizzazione. Vi aspettiamo”.
In caso di maltempo la Fogheraccia sarà rinviata a sabato 23 marzo.
La Fogheraccia, o focheraccia, ha origini antiche, che si intrecciano con la storia profonda della città, i rituali di pagana memoria e la sua natura marinaresca: mentre in campagna e a monte della ferrovia si bruciavano sterpaglie, scarti di raccolto e rami della potatura, sul mare i pescatori raccoglievano tronchi e legna portati in spiaggia dalle piogge invernali. In entrambi i casi il fuoco del Marzo era un rituale: sanciva il passaggio da una stagione fredda e piovosa ad una calda e fruttuosa e celebrava l’imminente arrivo della Primavera.
La Fogheraccia è celebrata da Fellini nel suo capolavoro Amarcord: “Paura? Ma è l’inverno che muore, sai, e arriva la primavera. Me la sento già addosso, io, la primavera” dice lasciva la Gradisca osservando la “segavecia” o “sega vecchia”, il fantoccio di una vecchia, simbolo dell’inverno e dell’anno passato, ardere in un falò.